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giovedì 15 luglio 2010

✒ ADLOCUTIO!!! contro i "nuovi italiani"

*Feci questo post il 15 luglio 2010, non volevo fare un blog ma solo un post, ed e' rimasto in rete da allora. Poi nel Novembre 2014 dalla noia ci ho fato nascere un blog, ABLOCUTIO. Questo scritto e' privo di stile (ho la terza media signori) e come detto vecchiotto; non vi sono quindi accenni alle recenti cagne come la Boldrini o la negra del Congo, ne accenni a Tor Sapienza, Corcolle ecc. Mai riletto da allora (e a chi je va...fatelo voi haha) ve lo ripropongo qui nel mio blog. Sono convinto che le miei idee saranno le stesse di allora, le tesse delle vostre.
A ben vedere, la dose di crudeltà che alberga in un uomo, la sua quantità di egoismo e disprezzo o altruismo e amore per i suoi simili, può ben essere distinta dalle virtù specifiche di quell’ uomo, ed è, comunque, sicuramente indifferente alla Natura, della quale siamo parte. Il resto sono castelli in aria, poesia umana sicuramente degna di attenzione e lode ma non in questa sede, nella quale ci troviamo ad affrontare il problema di come proteggere la qualità della nostra condivisa società. Vi è chi vede questa qualità solo nel benessere economico, e per esso è disposto a strisciare anche nel fango. Noi, semplicemente, no.
Questo manifesto è una istigazione all' amore razziale, all' apprezzamento di tutte le meravigliose culture che diversificano l 'uomo, al rispetto dello straniero che giunge come lavoratore onesto senza fare di lui una misera vittima, al dialogo con gli stranieri sui reali limiti di una convivenza felice senza l'intermediazione dei falsi profeti che pretendono di rappresentarli, ed infine una istigazione alla consapevolezza dello sfruttamento vergognoso del terzo mondo da parte dell' occidente, coperto da meschine mistificazioni.
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-IL PROBLEMA DELL' IDENTITA' NAZIONALE E DELLO SPIRITO DI CORPO.
- QUALE D I T T A T U R A ?
- IPOCRITE ACCOGLIENZE./MISTIFICAZIONE INTOLLERANZA-RAZZISMO./COMICHE SUBCULTURE OCCIDENTALI.
- L' ESERCITO DI RISERVA DI MARX. / MISTIFICAZIONE ACCOGLIENZA-SFRUTTAMENTO.
- CONTRADDIZIONI MISTIFICAZIONI E RESPONSABILITA' DELLA SINISTRA ITALIANA.
- ABUSIVISMO SENSO CIVICO E SERVILISMO DI ALCUNI BENGALESI.
- NORD AFRICANI E SLAVI, DISCRIMINAZIONI NECESSARIE E RELATIVE MISTIFICAZIONI.
- AQUILE CONTRO RONDINI.
- IL RUOLO PERDUTO DELLE CASTE NELLE ANTICHE CIVILTA'.
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ENORME DEBITO PUBBLICO,CORRUZIONE A TUTTI I LIVELLI, POLITICA COLLUSA CON MASSONERIA E MAFIA, CRIMINALITA' AL MASSIMO STORICO, DROGA E ALCOLISMO ANCHE TRA I GIOVANISSIMI, DISOCCUPAZIONE, PRECARIETA', SFRUTTAMENTO, IMPOVERIMENTO, SCIOPERI CONTINUI (CHI SI RICORDA DEI PRIMI ANNI VENTI QUANDO AI TRANVIERI SI INTIMAVA ARMATI DI SCENDERE E CEDERE IL COMANDO O DI LAVORARE REGOLARMENTE?), MONNEZZA NELLE STRADE, ABUSIVISMO DILAGANTE, MALCOSTUME, GRANDE FRATELLO, BELEN RODRIGUEZ E FABRIZIO CORONA, MARIA DE FILIPPI, EGOISMO, INCIVILTA', VUOTO DI VALORI, IGNORANZA, DISINFORMAZIONE, UOMINI DEPILATI ED EFFEMMINATI, IMMIGRAZIONE SELVAGGIA CON CONSEGUENTE NASCITA DI NUOVI RAZZISMI E DIVISIONI SOCIALI OLTRE CHE DISTRUZIONE DELLA CULTURA LATINA, LIBERISMO LADRO, COMUNISMO IDEOLOGICO, POPOLO CONSIDERATO "CONSUMATORE", PRIVATIZZAZIONE DI TUTTO, CONSUMATORI REGOLARMENTE PRESI IN GIRO E RAGGIRATI, ODIO E DIVISIONI TRA ITALIANI, AMORE E ORGOGLIO PER LA PROPRIA CULTURA DISTRUTTI, FALSI BUONISMI E SUB CULTURE D’OGNI GENERE, CRISI DEMOGRAFICA, POLITICI LADRI E CIALTRONI, POLITICA COME SQUALLIDA FARSA TELEVISIVA PER POCHI SCEMI COMPRENSIVA DI LITI PUBBLICHE VOLGARI E FALSE, BUROCRAZIA FARRAGINOSISSIMA E FRUSTRANTISSIMA, RACKET DELLA POLIZIA MUNICIPALE, DISSERVIZI IN TUTTO, PREGHIERE ISLAMICHE DI MASSA NEI CENTRI STORICI CITTADINI, INCURIA DEI BENI CULTURALI DECADENZA DI OGNI FORMA ARTISTICO CULTURALE, VIOLENZE CARNALI PERSINO SU MINORENNI E ASSALTI ALLE VILLE CON MORTI NELL’INDIFFERENZA DI TUTTI, PAURA NELLE STRADE SERALI,EVASIONE FISCALE ALLE STELLE, CRISI DELLO STATO ASSITENZIALE DEL POPOLO, ASSALTI DI MASSA CON RISSA ALL’INAUGURAZIONE DEI CENTRI COMMERCIALI, FILOAMERICANISMO RIPUGNANTE, ZINGARI MENDICANTI E COMMERCIANTI STRANIERI ABUSIVI OVUNQUE, FIGURA FEMMINILE SENZA PIU’ IDENTITA’ RUOLO NE’ DIGNITA’, MORTE DELLA FAMIGLIA TRADIZIONALE, ADOLESCENTI DISINIBITE, CRISI DEL MONDO SPIRITUALE E PERDITA DI OGNI PUNTO DI RIFERIMENTO CULTURALE NEL POPOLO. UNICO FINE E DIO PERSEGUITO “IL BENESSERE ECONOMICO
Se venisse una dittatura in Italia le prime cose che dovrebbe insegnare agli italiani sarebbero: dimenticatevi quello che vi hanno insegnato fino ad ora, imparate a non necessitare di nulla di ciò che vi vendono che sia superfluo alla vita o allo spirito, e fatelo possibilmente senza soffrire. Imparate ad amare voi stessi, le vostre antiche radici, ad essere clan, a difendere il territorio dagli artigli del capitalismo e da tutto ciò che è minaccia per la sopravvivenza della vostra cultura, e non a difendere solo il vostro orto personale, a ritrovare il senso dell’onore e della dignità nazionale.
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L'intolleranza, la chiusura, l'ostilità verso una quantità enorme di stranieri che snatura il paese, specie verso quelli irregolari e delinquenti, non sono necessariamente oscenità come si fa credere; e a ben vedere, le oscenità sono altre. Per costruire, specie una società, si deve anche affrontare il coraggio di avere dei nemici, non solamente amare. I nostri, sono tutti coloro che distruggono la nostra cultura tradizionale e che portano delinquenza e tensione sociale in Italia.
Cominciamo, con il dire che tutti quanti noi poggiamo i nostri profumati sederini su una cultura meravigliosa, che parte dalla Grecia classica, si sviluppa nei secoli successivi, alla quale grandi uomini hanno dato luce, ma che subisce oggi una sorta di fine, di decadenza, e di omologazione globale; causate da più fattori, l' "immigrazione selvaggia" è forse l'ultimo di questi, ma, diremo, quello che gli ha dato la cosiddetta revolverata alla nuca.
IL PROBLEMA DELL' IDENTITA' NAZIONALE E DELLO SPIRITO DI CORPO.
Hai mai preso un mezzo pubblico stracolmo diretto verso la periferia dopo il tramonto? Sei solo. E domani molto di più. Ringrazia i tuoi politici e molti dei tuoi concittadini.
Quando ti trovi in un paese straniero è inevitabile sentirti un po solo ed estraneato; se questo è vero allora deve esserlo anche che la solitudine in questione è direttamente proporzionale alla presenza di uomini culturalmente diversi da te che ti circondano. Il "senso di appartenenza" di un popolo è quella cosa naturale che proprio ogni uomo ha, persino quelli che a costo di volersi sentire più "civili" e progressisti degli altri hanno. Quella cosa naturale che fa sì che se ci troviamo in un paese lontano, per esempio a lavorare, per quanto il paese sia bello, anche dopo un po’ di tempo ci si senta sempre "stranieri". Oggi in Italia ci sentiamo tutti molto meno nel nostro paese, basta guardare le facce che ci circondano. Poi ci si lamenta che l’italiano non ha il senso dello stato, che fa il furbetto, senza comprendere che il senso dello stato lo si deve costruire, non è innato, e che anzi qui ci si stava ancora lavorando; l’unificazione d’Italia è recente ed era ancora in corso d’opera negli anni sessanta, prima dell’arrivo delle ondate ideologiche distruttive di ogni valore tradizionale, e prima dell’arrivo delle moderne ondate ideologiche della globalizzazione. Chi vuole anarchicamente considerare il mondo come un’unica nazione, senza patrie e senza dogane, commette un non piccolo sbaglio di valutazione ignorando la natura dell'uomo. Un mondo a colori? lo è già. Ma tutti i colori mescolati in un'unica tavolozza danno come risultato finale il nero, e non l'arcobaleno come un bambino potrebbe pensare. La cultura è tutto il modo di essere dell'uomo, l'uomo è animale vestito di cultura, e nelle culture si differenzia non poco...Alcuni voglion far credere che mescolare gli uomini sia come pasticciare con i colori ma le culture diverse non si mescolano facilmente. In Inghilterra, o in Francia, perlopiù ogni gruppo etnico se ne sta ben distinto dagli altri, si sono formati dei ghetti, e molti stranieri (non tutti ovviamente), già appartenenti alle terze generazioni, sono mal digeriti dalla società vivendo all’interno di essa come corpi estranei ed ostili. E’ senz’altro vero che alcuni uomini possono convivere con chi gli è diverso senza problemi, ma per le società è diverso; di quegli altri uomini per cui questo è un problema che ne facciamo? Creare un’integrazione armonica tra popoli diversi, senza privare la società dell’anima sociale che le è propria, è cosa ardua se non impossibile. Tentativo già fallito, a nostro avviso, nelle nazioni nord europee, sicuramente più moderne della nostra. Ignorare quanto l'animo sia profondissimamente intrecciato con i suoi luoghi e le sue culture, e quanto queste cose siano fondamentali per il suo equilibrio interiore, è cosa grave. Riteniamo che tra singoli individui il non mescolarsi con chiunque ma selezionare con destrezza chi ci si mette vicino sia un segno di saggezza; gli amici vanno scelti con cura e non a tutti va concessa la nostra vicinanza perché i difetti dell'uomo sono tanti e si attaccano l'uno all'altro, cosi come pure i pregi. Se obbligassimo a stare insieme persone molto diverse non ne otterremo un gruppo armonico e affiatato. L'essere dei compagnoni e fare amicizia con tutti anche se a molti sembra un' atteggiamento solare e positivo rappresenta invece un atteggiamento sconsiderato, adatto a chi è lieve, con scarsa profondità interiore. Chi non si mescola con facilità, cosi come l'olio d'oliva fa con l'acqua, ispira rispetto e da l’idea del valore. Ciò che vale per i singoli vale per i popoli interi, i quali sono composti da singoli. Ma chi vuole mescolare sconsideratamente le culture e i popoli oggigiorno è invece considerato saggio e intelligente (per questo molti sposano questa idea e vanno predicandola con fierezza, li fa sentire bene), in quanto è quello che richiede il dio moneta, ed è divenuto tabù il considerare alcuni popoli migliori di altri. Tutti i popoli devono essere uguali, le differenze non devono esistere o non vanno considerate, la mescolanza va vista per forza come un arricchimento. Ci auguriamo almeno che si cominci a vagliare meglio gli ingressi di questi amici, per distinguere i “lavoratori pronti da sfruttare” dai barbari incivili che si stanno sempre più annidando nelle nostre strade, ormai talmente numerosi da far apparire le forze dell’ordine (esercito, polizia, vigili) i m p o t e n t i ed i n u t i l i, ormai talmente numerosi da sentire sempre più spesso donne dire "ho paura di uscire la sera", ormai talmente numerosi da riempire i tg regionali e le carceri. Ci vuole coraggio a dire che la microcriminalità non è in aumento, ma si trova anche chi ce l'ha. Il problema fondamentale è quello di comprendere quanto ogni nazione abbia bisogno di un' identità nazionale ben definita e di una cultura omogenea per essere sana e funzionale; la nazione deve essere come un clan, senza il senso di clan e di unità nessun italiano penserà mai al bene del suo paese, seguiterà ad essergli ostile pensando solo a se stesso. Cosi si comportano i singoli cittadini e la classe dirigente, e questo è il problema focale di sempre in questo paese, chiamiamola pure la "questione italiana". Una società, una nazione, la nostra, che nasce, si unisce, progredisce, ma non riesce appieno malgrado tutto a riconoscere la propria identità. La cerca, quasi scolasticamente, elementarmente, in quei miti che come fantasmi trovano dimora nella retorica dell' immaginario popolare, come i monumenti, l'arte, la cerca nel patriottismo. Ma non v'e nazionalismo oggi in Italia, ed anzi e' considerato un valore negativo. Fin dal tempo dell'unificazione si può parlare per l'Italia di una mancata "nazionalizzazione delle masse", sia per il radicamento nella società (e specialmente quella contadina, la maggior parte) della tradizione cattolica, volta a considerare la nazione in un ottica a-nazionale; sia per l'opposizione socialista-internazionalista. E' evidente che l' "orgoglio nazionale" (motore della storia) deve poter contare sulla forza trascendente dei miti, Il supporto di un comune mito delle origini e quello dei miti della storia passata. Sul finire dell' '800, per questo fine, gli spagnoli potevano riferirsi al "siglo de oro", i francesi a "l' age de Luois XIV", i tedeschi al "testamento di Arminio"; niente di tutto questo in Italia, se non sporadici episodi di fierezza municipale. Da sempre dunque si cercava di unire questo popolo, ma è evidente che oggi sono sub entrati fini completamente diversi, e che con la globalizzazione e la multiculturalità l' identità degli italiani tanto perseguita dai nostri genitori se ne vada a Patrasso, e con essa qualsiasi ombra di spirito di corpo. Alcuni pensano che con "le future generazioni" di domani saremo riusciti ad imporre la nostra cultura ai "nuovi italiani", ottenendo cosi solo una multi etnicità (alla faccia dell' "integrazione") e non più una marmellata multi culturale; altri sono contrari al farlo (si vedano le polemiche sul divieto dell' utilizzo del velo in Francia). A prescindere dalle considerazioni etiche, di fatto non si riuscirà ad imporre la nostra cultura a nessuno, e sarà una società multi culturale anche domani. Le culture mettono radici negli uomini, gli ebrei sono rimasti di cultura ebraica in ogni paese in cui sono andati, e cosi pure gli italiani, e gli zingari, e tutti gli altri "popoli migratori". Le culture degli uomini rimangono vive per millenni ovunque si inseriscano; fu trovata, all' interno di un crocifisso nelle Ande Peruviane, l'immagine di una divinità incas! Se oggi sono cosi tanti gli stranieri, riesci ad immaginare in quale piccolo posto saranno relegati domani gli italiani di etnia latina?
QUALE D I T T A T U R A ?
C’è chi a sentire certi discorsi, agghindato da mille nastrini di civiltà borghese, paventa il rischio di una dittatura fascista. Anche oggi siamo in una dittatura, per chi se ne accorge. Una dittatura che per esempio non racconta tutta la verità sul fascismo stesso, demonizzandolo senza analizzare il fenomeno storicamente. La maggior parte di coloro che si dichiarano antifascisti ignorano chi sia De Felice (il più grande storico del ventennio), dimostrando come abbiano accettato molte nozioni senza nè saper nè voler approfondire; gli stessi poi li ritroviamo a non saper nè voler approfondire il problema immigrazione. Una dittatura, quella odierna, nella quale chi è dissidente, chi è contrario a questo stato di cose e alle idee culturali dominanti può solo stringere i denti e tenere anche la bocca chiusa se non vuole essere denigrato ed apostrofato male. E’ recente il caso del console italiano a Osaka, Mario Andrea Vattani, il quale è stato richiamato definitivamente in Italia e rimosso dal suo ruolo (che svolgeva in modo egregio) solo per avere esposto dei pensieri non allineati con quelli dominanti, e preso d’attacco dai media di regime con campagne diffamatorie. Non credere quindi di vivere in una società dove le tue idee siano completamente libere di nascere e di esistere: esse sono fortemente condizionate, e soppresse dove non ammesse. Questo stesso blog potrebbe sparire in ogni momento, come è successo a molte altre espressioni di idee "non allineate" che sono state soppresse, in internet o altrove. La tua società “deve essere” multi etnica, e deve esserlo tanto. Non puoi odiare quest’ ordine di cose, perché assumeresti un espressione brutta e cattiva, e questo ferisce gli stranieri e indigna la gente civile; non si deve odiare nessuno, siamo tutti fratelli! E questi concetti suonano un pò come degli ordini. Ma si dovrà dar fede anche al diavolo, tal volta! a dar fede solo a Dio si diviene cretini in questa vita! Noi non conosciamo amore senza odio, e il vostro altruismo, cosi per come appare, ci fa nascere dubbi nel cuore. L’amore nasce, l’odio nasce, e al cuor non si comanda. Qualcuno obbietterà che queste passioni vanno filtrate con la razionalità prima di dargli il nostro assenso, per valutare se siano giuste e convenienti, ma non è dunque giusto odiare chi stravolge il tuo paese e la tua cultura per asservirsi alle esigenze dell’economia? odiare chi porta degrado e inciviltà? odiare chi aggiunge vergogna alla vergogna nascondendo questo scempio dietro falsissime culture dell’accoglienza indiscriminata? odiare chi ti insulta e disprezza se non subisci tutto in silenzio? non siamo forse anche noi degli italiani? Alcuni, in buona fede, soggiogati da quello che si sono bevuti, ti parleranno di paese senza frontiere, di arricchimento culturale, di amore cosmico e universale, ma è inutile andare duemila metri sulle nuvole! forse si sarà più vicini al Padre Eterno, ma si è più lontani dagli uomini! L’odio per l’invasore non nasce solo se quest’ultimo è armato, ‘che sarebbe odio per le armi quello. Si deve odiare l’inciviltà, con tutto ciò che la determina, odiare l' asservimento all’economia e la distruzione della cultura di un popolo che ne può derivare. Il regime nel quale viviamo oggi è un regime di tipo plutocratico al quale ben poco interessano popolo cultura e società, che indottrina i cervelli (dopo averli “sedati” con inutili e costose "necessità" acquistabili in comode rate) con falsi valori e subculture mai viste nella storia umana che ben si prestano alle sue esigenze. Come il fascismo indottrinava con il razzismo per dare libero sfogo alle proprie pulsioni coloniali, oggi si indottrina con il sentimentalismo per ragioni che vedremo (l'animo umano è però sempre il medesimo, tranquillo che non siamo diventati più buoni!). Ma vi sono tra noi alcuni che hanno in se ancora vivo il senso della propria nazione, della propria cultura, dell’ordine sociale, dell’educazione e la cura culturale del popolo, dell’onore, se necessario, e della nausea nell’osservare il caos, il degrado e la sovversione di tutti valori secolari della civiltà cosi come noi la intendiamo. E questi alcuni di noi oggi stanno inevitabilmente soffrendo, tra lo scherno e disprezzo di quei loro connazionali che hanno nutrito in se i valori dell’accoglienza, delle minoranze, della tolleranza, dell’uguaglianza, e sopratutto dell’ipocrisia! Le nostre idee sono derise e sistematicamente mistificate con altre meno nobili. Quindi se durante il ventennio fascista vi furono alcuni dissidenti che addirittura vollero abbandonare il paese (non troppi per la verità, prima degli ultimi passi falsi mussoliniani), certamente anche oggi ve ne saranno, e saranno tutte quelle persone che sentono di vivere “oggi” più che ieri nella più bieca inciviltà. La classe borghese che ci domina con i suoi valori da dopo la rivoluzione francese, non crede più nelle elite e considera tabù il ritenere che esistano persone, classi sociali o popoli più o meno raffinati ed elevati; essa si è creata il mito e la cultura delle minoranze. Oggi del resto, nella sua mollezza si è inventata sensibilità nuove ed estreme, si è giunti a non mangiare più carne per pietà verso gli animali, il che equivale a mettere in discussione la Natura (che ci ha fornito di dentatura da carnivori e che ha previsto la catena alimentare), sotto intendendo in essa una implicita crudeltà. Si potrebbe mettere in discussione la Natura, senza essere in preda a deliri culturali? A prescindere dal livello culturale di un popolo, sia esso nord africano o nord europeo, come si possa credere di poter formare una Italia con un numero cosi elevato (e destinato a salire molto) di non italiani, è un vero mistero. Si dice che lo saranno domani! progetto da folli. Forse lo saranno, quando però sarà l’Italia a non essere più Italia. L’orgoglio nazionale è al minimo storico, oggi sono altre le cose che contano, ma fino a qualche decennio fa c’era chi moriva per il tricolore italiano, partigiani compresi. Concepire un Europa sul modello USA (i quali però sono “fondati” sull' immigrazione, essendo il nuovo mondo), senza un minimo di unità culturali, è una mostruosità, e lo sperarla è da ingenui. NON SI PUO’ COSTRUIRE UNA FAMIGLIA, UN CLAN, UNA SOCIETA’, UNA NAZIONE O UN EUROPA UNITA SENZA CONSIDERARE I VALORI IDENTITARI COME VALORI. Ed è anche per questo forse che l' Europa Unita appena nata è già piena di divisioni. Si vuole dunque che si viva in una società senza più i valori in cui credevamo e senza più un popolo di italiani, e sia, ma si sappia che ciò viene imposto senza possibilità di scelta è una violenza, e che la violenza genera odio. Che la situazione dell’immigrazione abbia superato il segno è chiaro anche a tutte le forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia di Stato, polizie locali; questi corpi danno chiari segnali di comprensione e condivisione del disagio italiano, ed è sufficiente dialogare con loro per rendersene conto. Essi conoscono bene la situazione, assai meglio il meccanismo di impotenza nella quale li hanno gettati, di molti altri che vanno dispensando saggezza e accoglienza indiscriminata, che magari vanno diffondendo nuove terminologie per il dogmatico timore ossessivo della discriminazione: operatore ecologico, gay, trangender, nero, diversamente abile, down, migrante, ipovedente, sono tutti termini in continuo cambiamento; essi vengono mutati in nuovi quando, nel tempo, hanno assorbito troppo una accezione negativa! perchè cambiano i nomi agli aggettivi? proprio per quell'ansia di tolleranza da cui sono posseduti. Presto, dopo immigrati, dopo extracomunitari, dopo migranti, arriveranno a chiamare gli extracomunitari “rondini”! E’ opportuno capire in quale società piena di blocchi mentali viviamo, leggiamo ad esempio che dopo una serie di controlli nelle frutterie egiziane da parte della polizia locale (peraltro rilevanti scarafaggi e lavoratori abusivi) c’è stato chi ha gridato all’ operazione razzista e xenofoba, o che quando sono stati applicati braccialetti numerati ad alcuni venditori abusivi (con il solo fine di ricollegarli alla numerosa merce sequestrata) c’è stato chi ha gridato all’operazione nazista. E' evidente che, cosi, le forze dell' ordine vengano istigate al lassismo e alla tolleranza delle infrazioni. Otto trattorie e due ristoranti etnici rispecchierebbe un' equilibrio; 5 trattorie e 5 ristoranti etnici, in Italia, significa che la trattoria diventa etnica. La nostra cultura cosi viene messa all'angolo. E' questione di "misura". Bisogna battersi contro quello che sta accadendo anche se si conoscono stranieri belli bravi e buoni; non è per questo che si devono dimenticare le proprie ideologie, ed anzi spesso essi stessi le comprenderanno. Che cosa può interessarmi se il singolo straniero che ho conosciuto è bravo e intelligente se so che il fenomeno al quale appartiene genera uno scollamento insanabile della mia intera società? Noi, a fronte di alcuni belli buoni e bravi, siamo tenuti a calcolare anche quelli che cosi non sono per niente e che sappiamo non essere pochi, i quali, nella migliore delle ipotesi, vanno a rappresentare una classe sociale in rivolta perpetua a causa della non integrazione e della rabbia che nutre nel vivere ai margini della società (dove sarà relegata, già da oggi, anche un domani), puoi vedere i link a fondo pagina; rabbia fomentata anche da un a certa cultura della sinistra borghese con il culto della rivoluzione oltre alla solita sete di voti. I casi di Milano a via Padova, o di Rosarno, o di Londra a Tottenham, o di Parigi nelle banlieus sono un assaggio di questa classe sociale che si sta formando. Nella peggiore delle ipotesi saranno sempre di più rappresentativi di una C R I M I N A L I T A ‘ o microcriminalità che andrà a fortificare quella già troppo tollerata, italiana. Tutto questo mentre le carceri esplodono letteralmente, divenendo lager non degni di un paese moderno.
Noi italiani non ci siamo saputi organizzare e stiamo soccombendo, SULLA NOSTRA GENERAZIONE CADE LA COLPA DI CIO' CHE ABBIAMO LASCIATO AVVENIRE. Gli spartani erano diversi con gli Iloti ! Tuttavia gli italiani SANNO. Quella parte di italiani sani che deve esistere ancora certamente, sa bene di tutte le nefandezze che sono citate in cima a queste righe, e ne è ben consapevole. Ma gli italiani sono pigri, e tutto sommato non hanno sufficienti ideali per incazzarsi e sollevarsi di fronte all’inabissamento del paese, nè sufficiente carattere. Ecco alcune parole che Benito Mussolini, criticabile per i suoi errori ma innegabilmente uomo raffinatissimo e grande statista, osannato dal mondo prima dello scoppio della guerra, rivolse privatamente a Clara Petacci, sua amante:
“Questo popolo non è formato, un poco si ma ancora non è come io vorrei, no. Il giorno che io sarò morto gli italiani si faranno un sorriso di gioia…forse di gioia no, ma di soddisfazione si, e diranno: oh, finalmente possiamo fare il comodo nostro, metterci a sedere con le braghe in mano e tornare alle ciarle del caffè, dormire e ritornare ad essere uomini senza dignità né ideali. (…) Ho potuto misurare la temperatura di questo popolo, ne ho contato i battiti e devo dire che fanno schifo. Sono vigliacchi e deboli, hanno paura. Questi porci borghesi che tremano per la loro pancia e per il loro letto! e adesso, quando ce li troveremo addosso i francesi o gli altri con i loro cannoni penseranno ancora che è meglio vivere tranquilli al caffè. Vedo con avvilimento e delusione che non ce l’ho fatta a trasformare questo popolo in gente di mordente e di coraggio! Non ho fatto nulla e non farò a tempo, non ho gli anni necessari. Le miserie che ci fanno i francesi e gli inglesi sono tali che gli salterei alla gola senza pensarci ancora un attimo ma questi italiani no, questi no. Loro vogliono i loro comodi, la femmina, il caffè, i teatri, non possono rinunciare e resterebbero anche a bocca asciutta pur di non rinunciare. Si sono inquieto cara, inquieto e disgustato. Non credevo che dopo tanti anni di esercizio e calci negli stinchi di trovarmi ancora di fronte questa gente debole e vile. Ma gli italiani non si illudano di uscirne intatti, ameno che non vogliano essere squalificati almeno per 50 anni di storia e rimanere con il marchio. I tedeschi non hanno bisogno di noi e non ci chiederanno mai nulla; non hanno bisogno, fanno da loro e bene, si battono come leoni. (…) La guerra certo che non è allegra, ma fa parte del destino di un grande popolo”
Se molte donne oggi sono libertine, i popoli occidentali non sono da meno....sudditi del dio denaro! qual' è la differenza tra voi e una prostituta se anche voi fate qualsiasi cosa in nome del lucro? persino cancellare le vostre culture e gettare i vostri paesi le vostre donne i vostri bambini e anziani in mezzo al degrado ed al caos. Persino vendere una parte del vostro popolo in cambio di lavoratori più compiacenti ed economici? Infatti siamo certi che una parte del popolo a cui viene imposta questa globalizzazione dei costumi e questa convivenza forzata con cosi tante culture estranee al territorio si sentirà tradita dal proprio paese, smetterà di sentirsene parte, rinuncerà a votare e ad amare la sua nazione, vivendo come straniera in patria. E voi avrete venduto una parte del vostro popolo per barattarla con un altra, a cui concederete la "grazia" della cittadinanza e che chiamerete "nuovi italiani". E noi, contrari a tutto questo? siamo quelli vecchi! Sotto un regime plutocratico, sotto una oligarchia del denaro, si lavano i cervelli del popolo attraverso falsi concetti e quei pochi liberi che osano andare contro ai desideri dei sovrani finiscono per essere demonizzati ed emarginati. Siamo qui per batterci per la libertà delle idee; per opporci apertamente all’ immigrazione selvaggia e al multi culturalismo. Dicono che "sono italiani se nascono qui!!" …ma non saranno MAI L A T I N I ! Dovremmo essere tutti d’accordo sul concetto che il dovere di una società e la sua giustizia siano rappresentati dalla protezione dei suoi membri; una società che pensa agli italiani non è quindi una società dell’egoismo. Pretendere di considerare italiano e un membro della società italiana chiunque approdi sulla penisola rappresenta una presa in giro tesa ad aggirare il concetto precedentemente condiviso. Sostenere che sia discriminatorio il rifiutarsi di ritenere italiano il figlio di due marocchini, cinesi o pakistani, anche quando parlasse romanesco o veneziano, significa implicitamente ritenere che essere italiano sia meglio. Noi non riteniamo che l' essere italiano sia preferibile ad essere di un altra nazionalità, ma che la cultura di un uomo non si cancella con la semplice concessione di una cittadinanza.
" Il tema dello IUS SOLI s’intreccia direttamente con quello della cittadinanza, intesa in senso politico e sociale prima che giuridico. La modernità, con tutte le sue vicende, anche le più dolorose e sofferte, ci ha insegnato che il "citoyen" codificato dalla Dèclaration del 1789, atto fondativo della moderna democrazia, non è l’espressione di una cittadinanza intesa come un diritto acquisito. La cittadinanza è, piuttosto, una qualifica da guadagnarsi con la partecipazione, giorno dopo giorno, attraverso la “vivibilità” delle istituzioni rappresentative. E pure con il confronto e la conoscenza, ma anche la condivisione, delle virtù civiche, dei modelli culturali e comportamentali propri di una comunità volontaria territoriale, che ha una specifica identità. Non basta, insomma, avere i natali a Milano per essere cittadini milanesi e assumere cosi la titolarità del diritto di cittadinanza semplicemente in base allo IUS SOLI. Altrimenti si creano delle comunità asettiche, SENZ’ANIMA SOCIALE. " (STEFANO BRUNO GALLI, docente di storia delle dottrine politiche all’Università Statale di Milano e presidente di Eupolis Lombardia)
Solo i senza dignità, i senza amor proprio, i senza amore per la propria cultura e la propria terra, gli uomini lievi, spesso gli stessi che non danno valore alla famiglia cosi come da sempre si è tradizionalmente intesa, possono rimanere a vivere in modo sereno in una società europea fatta di extraeuropei che ci hanno imposto, se non fosse stata da essi stessi benedetta per ragioni squisitamente ideologiche o di convenienza. Fare controinformazione oggi è anche denunciare come il popolo italiano stia subendo in questi ultimi anni un vero e proprio lavaggio del cervello attraverso favole culturali che rinnegano un passato millenario e ignorano volutamente i più naturali istinti dell’uomo diffondendo concetti ultra sfruttati fatti cadere a pioggia sul popolo, quali tolleranza, fratellanza, accoglienza, arricchimento, indispensabilità dello straniero, contrapposti a quelli quali razzismo, apologia del fascismo, ignoranza, istigazione all’odio razziale, paura del diverso, xenofobia, omofobia... concetti che ripetuti per anni da ogni forma di media ad un popolo di drogati dai consumi e insieme alla mistificazione delle idee avverse plasmano a dovere le menti di chi li subisce. Ma impara ad usare solo la tua testa, ad essere libero nel pensiero senza curarti del giudizio della maggioranza; la maggioranza degli uomini non sempre ha la ragione, essa non è formata né da scienziati né da filosofi! essa cambia posizione continuamente come una bandiera, nei secoli. Questo essere libero non significa poter commettere atti contro le leggi sociali, ma solo che le “idee” devono avere la possibilità di essere libere senza essere denigrate da nessuno; questo essere libero sta nel diffidare di chi mostra di voler denigrare le tue idee, anzichè confrontarcisi. Si deve avere il coraggio di pensare con la propria testa, nella consapevolezza che si può peccare di presunzione a volte, o sbagliare, ma questo è il prezzo. E se si sbaglia, l' errore sarà tutto nostro. Chiediti se sia giusto non potere denigrare il colore della pelle di un uomo, ma invece sia possibile denigrarne le sue idee; un uomo non sceglie il colore della sua pelle cosi come non sceglie quello del suo cuore, è l’animo con cui è nato che glielo da. Non si vive veramente, con il proprio animo, avendo le idee che ci vengono indotte dall’esterno e che, certo, ci vengono definite come le migliori in “assoluto”. Se oggi va di moda la tolleranza estrema, di ogni cosa e persona, solo fino a meno di cento anni or sono il popolo italiano veniva invece indottrinato con un sistema basato su regole ferree e gerarchiche fatte rispettare con la forza, e dove l'ordine sociale era prioritario; occorre trovare con la propria testa ciò che si ritiene migliore, svincolandosi dai tempi che si vivono, cosi come facevano i coraggiosi antifascisti durante il regime. Occorre non smettere mai di porsi domande, quali ad esempio: perché se diciamo che un popolo e una cultura sono bellissime e migliori di un'altra va bene, ma se si afferma il logico contrario invertendo i soggetti viene considerato razzismo? cos’è da intendersi come razzismo? esisteva questo concetto presso la Grecia, culla dell’occidente? la civiltà greca era superiore a quella germanica? perché? esistono la superiorità e l’inferiorità in tutte le cose? e con quale metro vanno misurate? Se le festività di un popolo rappresentano un importante momento di coesione sociale e culturale, nell’Italia di domani sarà l'intero popolo a festeggiare, ad esempio, il natale, o solo una minoranza di esso? sarà ancora un importante momento di coesione? è importante che questi momenti esistano? perché cento anni fa ci insegnavano il razzismo oggi la “tolleranza”? può l’esser umano esser cosi cambiato in pochi decenni o si tratta solo di mode culturali asservite alle esigenze dei poteri? l’odio per l’ingerenza massiccia di altre culture nella propria può venire considerato razzismo? i palestinesi sono dunque un popolo razzista? Queste domande, poste qui alla rinfusa, solo come esempi, o altre del genere, si pone chi è alla ricerca della verità e di ciò che è più giusto per la nostra società. Ma cosa è "giusto"? non c'è luogo dove l' ingiustizia regni più di quanto non lo faccia nella Natura e nella vita stessa, giustizia infatti è un concetto prettamente umano, estraneo al mondo. Essa, in una società, è considerabile ciò che è conveniente per la società stessa (ma non solo per l'economia), e ingiusto è ciò che la danneggia; tutto il resto è opinione, moda etica fluttuante nei tempi. Una mente, anche se non troppo dotata ma comunque libera, si pone continuamente interrogativi prima di sposare subito le idee dominanti del suo tempo, almeno quanto non sposa subito una donna appena conosciuta o che gli viene imposta. Succede di vedere pischelli di borgata che mal sopportano tutta l'estraneità culturale che li circonda, e che danno cenni di insofferenza anche violenti (quelli che i media chiamano bulli). Anche ragazzi giovani che dovrebbero essere abituati a questa situazione dunque, non lo sono per niente ed anzi oggi sono solo loro a mostrare apertamente i segni del disagio sempre più diffuso. Si parla molto dell'integrazione dello straniero, di attenzione al suo disagio ed è giusto ma forse oggi è l'italiano che non riesce più ad integrarsi nel proprio paese, e se cerca di comunicare la propria sofferenza è un bullo o un ignorante. E' già stato deciso tutto quanto a sua insaputa. Come sarà la sua vecchiaia nel suo paese? sarà lui una minoranza, farà parte di una delle tante etnie del paese. Anche Seneca, durante il suo esilio in Corsica, pare non fosse entusiasta di vivere tra chi gli era profondamente diverso. Cosi si esprime, volendo consolare un amico vittima di un lutto:
"Queste pagine le ho composte come meglio ho potuto, con l'animo intorbidito e inebetito dalla lunga inerzia. Se ti sembreranno troppo inferiori al tuo ingegno o poco efficaci contro il tuo dolore, pensa come non può avere animo di consolare gli altri chi è tutto preso dalle proprie sventure, e com'è difficile esprimersi in latino per un uomo circondato dal vocio inarticolato di barbari, fastidioso anche ai barbari un pò più civilizzati.” (LUCIO ANNEO SENECA, Ad Polybium de consolatione)
Bollati come razzisti incivili nel loro paese, derisi, discriminati, stranierizzati in patria dai loro stessi concittadini e governi: questa è la condizione degli italiani di oggi. Non c'è colpa più criminosa per dei governanti di quella di aver ascoltato solo la voce del profitto economico, al costo di far sentire i cittadini stranieri in patria. Giriamo armati di coltello, perchè l'impresa di realizzare questa vostra utopia a colori a fini di lucro, questi vostri sporchi interessi di sfruttamento e di globalizzazione, queste vostre incapacità di governare e di garantire la legalità non possono gravare su di noi nè sulla nostra sicurezza. E cosi facendo siamo già l' espressione di una società degenerata. Da voi.
Sempre Seneca ci fa riflettere sul come non si debba accomodarsi sulle idee del tempo, anche quelle che appaiono più scontate e vere, senza aver prima usato il proprio pensiero:
“Non c’è cosa che per noi comporti mali peggiori, del conformarsi all’ opinione pubblica, considerando migliore quello che è accolto da più largo consenso. E siccome non ci mancano gli esempi, si finisce per vivere non secondo ragione ma imitando gli altri. Per questo motivo è tanto grande la massa di persone che crollano una sull’ altra. Come succed in una strage, quando la folla si schiaccia (nessuno, infatti, cade senza trascinare almeno un’ altro e i primi sono la rovina di quelli che seguono), cosi accade nella vita: nessuno sbaglia soltanto per se ma diventa motivo e occasione di errore per altri. E’ pericoloso infatti, appoggiarsi a chi precede e, dal momento che ciascuno preferisce affidarsi piuttosto che esprimere un parere proprio, in particolare riguardo alla vita non si esprime mai un parere, ci si affida sempre. Cosi ci sconvolge e ci fa precipitare un errore che passa di mano in mano. Ci roviniamo a seguire l’ esempio degli altri. Solo stando alla larga dalla folla potremo salvarci. Ma ora il popolo, privo di buon senso, si fa difensore del suo stesso male. Approviamo una cosa e la disapproviamo tempo dopo, ecco il risultato di un parere espresso in base all’ opinione della maggioranza. Non credo alle apparenze. Ho uno strumento migliore degli occhi e più affidabile che mi permette di distinguere il vero dal falso: il bene dell’ animo deve trovarlo l’ animo.” (LUCIO ANNEO SENECA, De vita beata)
scriveva ancora: “Bisogna collocare la virtù nel luogo da essa occupato affinché estirpi la menzogna e tutto ciò che piace a dispetto della verità, ci distacchi dal volgo in cui riponiamo una fiducia eccessiva e ci restituisca il possesso di opinioni sincere. Questa è, infatti, la saggezza: tornare alla natura ed essere ristabiliti in quella condizione in cui il traviamento generale ci aveva escluso.” (LUCIO ANNEO SENECA, Epistole) http://it.wikipedia.org/wiki/Seneca
IPOCRITE ACCOGLIENZE. / MISTIFICAZIONE INTOLLERANZA-RAZZISMO. / COMICHE SUBCULTURE OCCIDENTALI.
Occorre saper ben distinguere l’ODIO (o l’intolleranza) dal RAZZISMO: razzismo è quello della signora, magari un po’ ignorante, che sull’autobus pretende il posto dal negro perché è negro e lo considera inferiore in quanto tale, pur senza odiarlo. Si può invece odiare chi è venuto a cancellare la tua cultura ed invadere il tuo paese, specialmente se senza rispettarlo, ma senza minimamente considerarlo inferiore; non si tratta qui dunque propriamente di razzismo. Giustifichi l’odio degli indiani americani? o dei partigiani di via rasella? questi non sono solo odii verso le armi del nemico, ma verso la sua "invasione"; le armi sono però evidentemente necessarie in quanto, se non vengono usate quelle del consumismo e del lavaggio del cervello, nessun popolo si lascerebbe invadere da un altro senza la loro minaccia. Occorre chiarire questo punto perché è uno sui quali si è costruita la favola buonista e falso-civile; facendo passare l’odio suddetto per razzismo si creano automaticamente vittime e carnefici, perchè il razzismo (seppur l’argomento si presti ad approfondimenti) specie dopo i recenti crimini nazisti cha tanto hanno scosso il mondo è oggi universalmente considerato come cosa aberrante. Attraverso questa sottile mistificazione l’intolleranza diventa automaticamente aberrante in quanto assimilata al razzismo. Ma va notato che l’intolleranza tra culture differenti che ingeriscono prepotentemente l’una in un'altra non prevede in realtà né vittime né carnefici, ma solo uno scontro naturale tra uomini, che andrebbe quanto più saggiamente possibile evitato. Se non sei tu a guardare con diffidenza certi stranieri, allora spesso sono loro a deriderti e a guardarti con superiorità convinti che i loro modi di vivere e la loro cultura siano migliori. Premessa questa necessaria distinzione tra intolleranza e razzismo, è evidente che io sono comunque libero di ritenere inferiore (al mio modo di concepire la società umana) ad esempio un popolo che sotterra una donna fino al collo e la finisce a badilate in testa perché ha tradito il marito, ma queste sono considerazioni personali. Si può ravvisare una superiorità ed inferiorità in tutte le cose, importante è capire a quale metro di misura stiamo facendo riferimento. Odio e razzismo viaggiano dunque su binari differenti, che non necessariamente convergono; il secondo è “discutibile”, il primo legittimo. Si troverà chi obbietta che le occupazioni naziste o sioniste sono diverse dalle invasioni dell’immigrazione di cui stiamo trattando, perché in questo caso si tratta di gente “povera” alla ricerca di maggior benessere, daltronde se un vostro ristoratore particolarmente caritatevole vi imponesse il pranzo di sala non con due ma con decine di senza tetto, gli fareste certamente notare una certa sua mancanza nel senso della misura. Le carceri esplodono a causa dei troppi stranieri, la disoccupazione è dilagante e molti italiani farebbero volentieri molti dei lavori che si dice non vogliano più fare, nelle strade serali si vedono solo maschi di origine straniera, e per giunta questi “poveri” che entrano sono solo un’ INFINITESIMA parte di quelli che, invece, restano nei loro paesi nella miseria più nera. Come dire che la volontà di aiuto, laddove ci fosse, si scioglie in un oceano. Immagina ciò che può provare un ottant’ enne di quelle vecchie generazioni che tanto hanno sofferto la povertà e che tanto hanno patito per questo paese, magari anche combattuto, già fruitore di una sua personale solitudine, nel vedere intorno a se solo questi personaggi dal linguaggio incomprensibile e spesso con una faccia poco raccomandabile… deve sentirsi come in un altro mondo, completamente abbandonato dal suo paese che prima gli raccontava delle cose ed oggi lo ha tradito, lasciandolo con due lire a vivere in mezzo a degli stranieri, dicendo che è perché li vuole aiutare, tollerandone i crimini dicendo che non riesce a farvi fronte, o che non esistono. Il nostro abbraccio e la nostra pietà sono tutti per questi ottant’enni, per questi "vecchi italiani", e del resto ognuno da la sua pietà a chi crede. Gli italiani si stanno lasciando invadere in silenzio, dormienti e consenzienti, e l’Italia di domani avrà un altro volto, non più quello latino, con millenni di storia alle sue spalle, ma qualcosa di confuso e molto meno definito. I nostri nemici sono anche quegli italiani, figli di Maria De Filippi, depilati e impomatati, big jim senza palle nè anima che pensano solo alla loro bellezza e a null' altro; perchè l' omosessuale può essere più maschio di loro, che sono invece i veri froci. Peppina De filippi, con i suoi esempi per i più giovani e manipolabili, diffonde la cultura dell' apparire, che fa capo a quella del consumismo, non certo a quella dell' "essere". Le responsabilità di questa signora, ciascuno potrà valutarle come crede. Le cose stavano già cambiando, e a noi, davanti a una società dove i valori dominanti sono quelli del denaro e del profitto, dell’apparire, delle donne “emancipate”, ma cosi lontane dal concetto di famiglia tradizionale, dove i gay vogliono incarnare quel concetto, della difesa delle galline in batteria, e non della cultura e della civiltà, davanti a una società che si allontana dalla tradizione e dai valori di sempre come una zattera dalla riva, non ci resta che la pretesa di essere rispettati per la nostra concezione antica di società, o archeologica che dir si voglia, fuori tempo, ma che è la stessa di tutti quegli uomini che ci hanno preceduto nei secoli; una concezione forse fuori moda oggi, la nostra e la loro, ma le mode non necessariamente vanno seguite. E’ difficile sentirsi a proprio agio su autobus saturi di bengalesi, nei quali fai fatica ad entrare (servirebbe un' extasy), nei quali trovi persino chi ti guarda male nel paese dove tu sei nato, li in mezzo può essere davvero difficile razionalizzare i sentimenti umani, e gli istinti prevalgono. Noi vogliamo ascoltarli. Noi rappresentiamo l’ordine, l' igiene, la considerazione dei più ovvi istinti umani, l’equilibrio, la tradizione; voi altri il caos sociale che sgorga da logiche di sporco profitto. Alla fine, ecco dunque le due ipocrisie con cui si impone l' i n v a s i o n e : 1) quella buonista e falsissima dell’accoglienza dei popoli più poveri, per meglio ammorbidire il popolo (e siamo proprio noi occidentali a sfruttare gli abitanti del terzo mondo attraverso politiche criminali di sfruttamento e strozzinaggio). 2) Quella della mistificazione intolleranza-razzismo, per meglio attaccare chi si oppone. Queste due ipocrisie, lo ripetiamo ancora, possono esser ancor meglio servite al popolo attraverso l’uso sapiente del consumismo. I padroni dell'economia oggigiorno non sono solo uomini potenti, essi rappresentano ormai un dio capace di decidere le sorti dell'intero pianeta e di muovere le menti degli uomini (non di tutti) in questa o quella direzione. Il mondo globale appare come un insieme di lobbi economiche dove il più povero e il più solo (o il paese più povero e solo) viene sfruttato dagli altri più ricchi e più uniti. Gli Stati non si comportano molto diversamente da quegli usurai che hanno le banche, basterebbe sapere come funziona il fondo monetario internazionale per comprenderlo; sapere come presta i soldi ai paesi poveri (con tassi di interesse irraggiungibili) rendendoseli cosi schiavi. Oltre alle sue ideologie di giustizia, le ipocrite etiche, i moderni buonismi sconosciuti sino a pochi secoli fa, e ad altri castelli culturali, la società umana odierna resta di fatto un immenso mercato, più o meno etico, nel quale persino le sopravvivenze di intere popolazioni continentali sono sul banco. C'è chi difende con ardore e rabbia persino la vita dei piccioni, ottimi ripieni, o delle galline delle batterie, ma la società umana resta uno spietato mercato che relega i sentimentalismi in uno spazio grande quanto quello in cui li relega la Natura stessa, assai piccolo. Più la società degli uomini è allargata più le caratteristiche di prevaricazione e sfruttamento che le sono peculiari si ingigantiscono con essa, generando con la globalizzazione un sempre più enorme mostro il quale più è grande e più deve nutrirsi. Si arriva cosi oggi a sfruttare ed affamare interi continenti, a creare guerre ad hoc in quei paesi che ci fanno gola, armandoli l'uno contro l'altro per avere la scusa poi di invaderli e portare la libertà in cambio dei loro giacimenti. Poco importa se in queste guerre tribali si stupri e uccidano tantissime persone e bambini, davanti al nostro guadagno. E questo l'occidente fa, nella quasi totale indifferenza o incoscienza di tutti, ormai moderno tiranno celato dietro le maschere di democrazia e libertà, maschere dietro le quali da sempre viene celata la vera natura dell'uomo. Eppure c'è chi parla di altruismo politico, chi crede a queste favole, chi crede ai mostri, ai dittatori da abbattere, persino chi difende la vita delle galline con fervore; la vita ci ha insegnato a diffidare di questa tipologia di “buoni”! Noi possiamo permetterci simili sentimentalismi, che tanto ci allontanano dalla Natura, proprio perché viviamo in un eccessivo benessere (malessere?) che ci addormenta gli animi; noi possiamo permetterci di inorridire di fronte anche al solo concetto “pena di morte”, proprio per questa ragione. Ma laddove gli animi degli uomini non fossero cosi soffocati ed ardessero invece come fiammelle, poiché questo ardere sarebbe nel bene e nel male, avremmo a che fare con una ben altra umanità (come sempre si è avuto a che fare nel passato) e la pena di morte diverrebbe seppur non risolutivo uno strumento al quale sarebbe impossibile non ricorrere. Questo lo sanno bene molti dei paesi del terzo mondo, dove le genti non sono intontite come le nostre dal fumo del consumismo, ma nervose come vespe, dove la lotta tra violenza e ordine non è mai finita. E cosi, anche con alcuni accaniti persecutori della giustizia sociale e dei diritti umani...controlla bene se non siano ingiusti loro nelle loro famiglie, tra le mura domestiche, o se non siano solo in cerca di una bella maschera da indossare, e che li faccia sentire bene con loro stessi. Obbiettivamente è possibile immaginare intelligenze, equilibri e giustizie superiori ai malati buonismi moderni, che se a volte sono sinceri e in buona fede altre volte sono indotti dall'altro e celano sotto un manto di pecora il tradizionale spirito di interesse e guadagno umano; è anche sotto questo aspetto che dobbiamo analizzare il fenomeno della multi etnicità che si sta creando, e combattere ogni mistificazione delle nostre riflessioni. Quante favole raccontano da sempre ai sudditi i poteri più alti, e i più, spess’oggi alla ricerca dell’ultima applicazione per il telefono, dediti ad assaltare centri commerciali per accaparrarsi un pezzetto di felicità artificiale, un pezzetto di quella droga che quotidianamente gli iniettano dentro, dediti ad indebitarsi pur di avere una bella macchina, i più ne vengono convinti. Ed è cosi che oggi si dipinge l'accettazione dell’inevitabile immigrazione come “opera pia", e cominciano a piovere concetti ripetitivi: anche noi abbiamo emigrato, siamo tutti fratelli, il mondo è bello a colori, l’ accoglienza, la carità cristiana, la cultura del diverso, l'arricchimento culturale...ma chiediti perchè quest' opera pia non venga effettuata a monte, nelle politiche internazionali, e perchè anzi in quelle ci muoviamo, noi occidentali, come dei criminali o comunque senza alcun scrupolo. Sarebbe logico volere aiutare i popoli più poveri (pretendendo tra l'altro di far entrare l'oceano in una bottiglia), e poi ucciderli, sfruttarli ed affamarli nei loro paesi? Se si considera che l'occidente, esigua minoranza mondiale, detiene quasi la totalità della ricchezza mondiale a discapito del terzo mondo, rispetto a chi ci racconta le teorie romantiche dell' "accoglienza" si darà più credito a chi definisce la multi etnicità non già come opera pia, ma come necessaria al nostro benessere economico. Se si considerasse la possibilità di frenare, arditamente, la nostra crescita economica, di essere meno affamati di benessere, andando incontro se necessario anche a disordini intestini e a un calo di ricchezza pur di non essere più legati ad un carro e trascinati nella polvere dal dio denaro, pur di non esserne più schiavi, si darà forse più credito a chi grida alla rivolta verso questa barbarie e le varie ipocrisie su cui si basa. Si potrà a quel punto anche tener conto finalmente degli equilibri sociali interni di un popolo, il quale necessita sempre di omogeneità culturale ai fini della sua salute. Come gli antichi filosofi consigliavano di liberarsi dai lacci del corpo e della carne per liberare il proprio animo che vi è incarcerato, noi vogliamo che la nostra società si liberi dai lacci del consumismo e del capitalismo, e si svegli dal sogno delle sue bugie. Nessun uomo si senta di far parte di una società e di un umanità giusta e buona, nessuno si nasconda dietro a simili sogni per avvalorare le sue teorie. Non dubitate, che la spietatezza degli antichi imperatori, dediti cosi spesso a fratricidi e fatti cruenti, o il cinismo del popolo che osservava divertito la morte negli anfiteatri, anche se oggi ci stupiscono albergano ancora nei nostri animi! E’ con l’uomo che ci confrontiamo, non con poeti né con filosofi. Mali inter malos vivimus!
"L'amore dei soldi è la radice di tutti i mali". (1 TIMOTEO 6:10, PAROLA DEL SIGNORE)
Se un uomo non possedesse nè hi-pod, né suv, né niente, neppure una televisione, se sapesse dire "tutto ciò che mi serve lo porto qui, dentro di me", come disse Stilpone al re pentito che, dopo avergli distrutto patria e famiglia, gli chiese se necessitava di qualcosa, quello sarebbe come un uomo "nudo" nella foresta dei suoi impulsi più naturali, a reale contatto con se stesso; uomo puro e non drogato da nulla, che cerca e trova la propria forza all'interno di se, solo di se, e non all'esterno. Un uomo del genere saprebbe immergersi sotto al mare di costruzioni sub culturali che ci sommerge, e forse dunque anche creare una società più a misura umana. Noi rivendichiamo il diritto all’ascolto dell’ istinto naturale dell’uomo, per smascherare i castelli mentali e le ipocrisie buoniste della moderna cultura occidentale che si ripropongono di cambiare l’essere umano il quale è invece sempre uguale nei secoli, sotto il suo mare di ipocrisia, diverso e simile ogni volta cambiando nei tempi e nelle mode culturali; la vera bontà è altrove, non nella finzione di questa.
"Volerci in un modo o nell'altro, signor marchese, è presto fatto. Tutto sta se poi possiamo essere, quali ci vogliamo; non siamo soli, siamo noi e la bestia...la bestia che ci porta, e un bel bastonarla non si riduce mai a ragione: provi a persuader l'asino a non andar rasente i precipizi, si piglia nerbate, cinghiate, strattoni ma va li...perchè non ne può far di meno. E dopo che l'ha pestata e bastonata ben bene le guardi un pò gli occhi addogliati; scusi eh? non ne sente pietà? dico pietà eh, non scusarla perchè l'intelligenza che scusi la bestia s'imbestialisce anch'essa." (ANGELO BALDOVINO, personaggio del dramma "Il piacere dell'onestà" di Pirandello)
Gli uomini si costruiscono castelli mentali negli animi, che li rendono spesso schiavi e fruitori di infelicità inesistenti se non all’interno di quegli stessi castelli; infelicità derivate dall’insoddisfazione di desideri che non sono però, per l’animo umano, indispensabili al suo benessere interiore (dell’ amore, del successo, o del lusso, ad esempio). Ugualmente, possono costruirsi false illusioni romantiche, come l’amore universale e la convivenza “armonica” tra tutte le culture e i popoli, che non corrispondono però alla realtà dell’uomo e che, quando ci si costruisce sopra una società, possono generare motivo di disordine ed inquietudine generale. Solo castelli mentali, dettati da dogmi religiosi o culturali, possono essere moltissime delle cose dagli uomini d’occidente oggi ragionate, come la pietà per gli animali mangiati, l’ eccessivo valore attribuito alla vita umana rispetto a quella delle altre forme di vita, la fratellanza tra tutti i popoli, l’orrore per le guerre. Ma solo considerando l’ umanità con i suoi pregi e i suoi difetti e guardando realmente l’uomo ci si può riproporre di renderlo migliore. Ugualmente, nei singoli, bisogna avere il coraggio e la capacità di guardarsi dentro per quello che siamo veramente, per riuscire a lavorare su di noi. Non dobbiamo quindi fidarci di chi ci propone un' essere umano troppo astratto da quello di tutti i tempi, poichè leggendo la storia ci si rende conto che alcuni tratti di noi sono costanti in tutti i tempi, e sono quelli che non possiamo cambiare. Chi mostra la presunzione di farlo o è un ingenuo o un furbo. Il coraggio di guardarsi dentro lo deve avere non solamente il singolo individuo ma l'umanità intera (che ne è l'espressione moltiplicata), e si deve aspirare a cambiare solo ciò che è realmente cambiabile, mentre "trattare" con ciò che è endemico. Se cosi non si fa il risultato sarà un' incognita, nel singolo uomo come nella società umana. Quanta gente che vive e poi muore senza aver mai davvero conosciuto gli uomini! immersi in concetti umani che non esistono nella vita reale, come in una nebbia. Possono essere loro i fari della società? Noi rivendichiamo il diritto all’ascolto dell’ istinto naturale dell’uomo per amore della Natura creatrice, per sollevare quel lenzuolo posto dagli uomini sugli uomini che li fa vivere sognanti, e chi sogna ben poco può agire sulla realtà, anche se mosso da nobili ambizioni. Fino a che questo istinto naturale dell’uomo, l’intolleranza, non va contro le leggi della società, ha diritto ad esistere senza essere da alcuno denigrato. Se poi dovesse andar contro tali leggi e poi vincere, allora sarebbe legge e diverrebbe cultura condivisa esso stesso.
“Ben di rado l’ uomo è infelice per non aver penetrato l’ anima altrui; ma sono fatalmente infelici, coloro che non avvertono i moti dell’ anima loro.” (MARCO AURELIO ANTONINO, IMPERATORE) http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Aurelio
L' ESERCITO DI RISERVA DI MARX. / MISTIFICAZIONE ACCOGLIENZA-SFRUTTAMENTO.
Ti diremo allora ora perchè si fanno entrare cosi tanti stranieri nel tuo paese, e perchè l' Europa si "indigna" di fronte ai nostri respingimenti, te lo dice Marx quando parla di un "ESERCITO DI RISERVA" funzionale al capitale, all' industria. Non dimenticare che oggi a dettare le leggi è il denaro, e che oggi vivi all’interno di una “PLUTOCRAZIA TOTALITARIA”. E' accaduto dopo il crollo del muro di Berlino che in Europa si siano verificati forti squilibri economici interni ed è necessitata tanta più manodopera a basso costo. Questo ha dato luogo al cambio repentino della tua società. Perchè se oltre ai lavoratori tradizionali, e ai nuovi poveri stranieri inseriti nel tessuto sociale pronti a fare ogni tipo di lavoro per due soldi (sommergendo cosi le fasce di Italiani più poveri, per i quali quei due soli soldi qui non sono sufficienti), se è presente anche un “esercito di riserva” composto di gente disperata e senza lavoro da mesi e mesi, questo grande mercato, questa asta al ribasso può dare alle industrie un potere di ricatto immenso sui lavoratori: MOLTE BRACCIA POCO LAVORO, CHI SI OFFRE A DI MENO? Se questa logica sia nobile o se sia immorale, ciascuno potrà ritenere come crede. Gli squilibri culturali e i disagi sociali che possono derivarne comunque, non interessano, è evidente, ai poteri dominanti. Oggi borghesi di sinistra e capitalisti si tengono per mano alle spalle del popolo, gli uni trovano nella multi etnicità un bacino di voti gli altri un bacino di braccia. Chi ci rimette è il POPOLO DEGLI ITALIANI, costretti ad accettare una convivenza forzata tra genti straniere che snaturano il paese (nel 2050 è stato calcolato che nelle scuole ci saranno più bambini stranieri che italiani), e che troppo spesso portano anche focolari di violenza interna. La verità che li si lascia entrare in tale quantità per altruismo e carità viene sapientemente mescolata alla vera verità, cioè che avviene per motivi economici. O meglio, le due tesi vengono fatte circolare contemporaneamente ma su binari paralleli; quando si parla di “braccia indispensabili”, e quando invece si intavolano bei discorsi sulle masse di “povera gente” che bussa al nostro mondo, dei più fortunati. E ovvio che la prima tesi (unica vera) da sola potrebbe suscitare qualche perplessità nel popolo; è altrettanto ovvio che l’uso della seconda può convincere molti alla “correttezza” del fenomeno multi etnico, oltre ad essere efficacissima arma per attaccare chi, invece, gli è contrario. Il vero razzista è quel paladino dei poveri stranieri che poi sfrutta le braccia del terzo mondo per asservirle alle nostre industrie, o anche per fargli pulire il sedere della nonna, o per raccogliere i pomodori, è vero razzismo il voler fargli "fare i lavori che gli italiani non vogliono più fare" e sottoscrivere questo nuovo schiavismo in silenzio. Dietro questi "buoni" c'è dunque tanta meschinità, dietro queste maschere accoglienti si nasconde il sottile razzismo chic. Ma la loro maschera di cera non può che liquefarsi miseramente se accostata al sole della verità. ANCORA UNA MISTIFICAZIONE, quella che gli italiani non vogliono fare più certi lavori. Se anche lo volessero non potrebbero mai accettare certe condizioni di lavoro, in nero, senza protezione sindacale, sottopagati, ultra sfruttati. Cosa ne viene al cittadino dall' immigrazione? In una grande città come Roma ci sono solo poche centinaia di dichiarazioni di immigrati a fronte di una popolazione di milioni di persone, e anche queste poche dichiarazioni sono ovviamente bassissime come importi. Significa esattamente che a questi signori gli asili, le scuole, gli ospedali, le case popolari, le carceri, ed i servizi in genere li paghiamo noi con i nostri soldi. In più:
"I dati Istat elaborati dalla Uil descrivono un`emorragia occupazionale nel settore edile: tra il 2008 e il 2009 si sono persi quasi 30 mila posti. Ma il saldo tra stranieri e italiani è totalmente sbilanciato a favore di chi viene dall`estero: nell`ultimo anno sono stati licenziati oltre 54 mila italiani. Sono stati invece assunti quasi 25 mila stranieri, la metà nel nord Italia. Perché i datori di lavoro preferiscono gli immigrati tanto da RIMPIAZZARE gli edili italiani, magari competenti e qualificati? Sulle motivazioni sono tutti d’accordo: sindacati, imprenditori, operai. «Il lavoratore straniero è più condizionabile», dice Camillo Ranza, presidente della Cassa edile di Milano, Lodi e Monza, «mentre quello italiano è culturalmente più pronto a far valere i propri diritti." (Inchiesta del settimanale L' ESPRESSO)
Il motivo di fondo che ha portato l' Italia a questa ormai insostenibile situazione, è uno solo: gli immigrati sono troppi. Se fossero la decima parte di quelli che effettivamente (al di là delle statistiche) sono, il problema non ci sarebbe. Le sciagurate politiche dell' accoglienza senza se e senza ma della sinistra e dell' Europa in genere hanno causato gravissime conseguenze alle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori italiani e hanno favorito gli imprenditori grandi, piccoli e piccolissimi. Questi, in presenza di abbondanza di forza lavoro, possono imporre le loro regole, legali o meno. In abbondanza di offerta i prezzi scendono. Alla fine, ecco i vantaggi dell'immigrazione: - cancellazione della cultura italiana - indebolimento del senso di identità nazionale - introduzione della schiavitu' in Italia - aumento della criminalita' - aumento della disoccupazione - aumento dei costi sociali (burocrazia, rimpatri, centri di accoglienza) e diminuzione di servizi (asili, sanita') - maggiori opportunità per il padronato capitalista, per i mafiosi, per gli sfruttatori, i lenoni, i trafficanti, per i terroristi
...E c'è sempre chi, anche su tali ipocrisie di sistema, trova il modo di lucrare: il signor Riccardo Staglianò, giornalista di La Repubblica, ha pubblicato un libro avviato sulla china del classico fiasco. Poco abile Riccardo Staglianò, ad iniziare dal titolo : “GRAZIE. Ecco perché senza immigrati saremmo perduti.” Il più sprovveduto dei lettori, si domanderà di certo: “Chi è perduto?”. Decisamente un titolo disabile.
CONTRADDIZIONI MISTIFICAZIONI E RESPONSABILITA' DELLA SINISTRA ITALIANA.
E' in voga l' ipocrita difesa delle minoranze. La sinistra occidentale vorrebbe avere i voti di tutti, cavalcando il principio della difesa delle fasce deboli. Non parla più solo agli operai, essa oggi si rivolge alle donne, ai gay, ai “migranti”, ai “diversamente abili”….e li convince delle loro presunte miserie riempiendoli di vittimismo, invitandoli alla rivolta. E si rivolge a tutto il popolo, spargendo la cultura dei falsi altruismi che gli spianerà la strada a quell’oceano di voti, a quel mare di fasce deboli che spingono per entrare nel paese e che già lo stanno sommergendo. Quella stessa sinistra che sarebbe di tradizione pacifista, laica, femminista, pro diritti dei gay, tollerante, contro il capitalismo, oggi combatte invece proprio per le esigenze di quest’ ultimo e per di più difendendo una massiccia presenza dell’ Islam in Italia, acerrimo nemico di tutti i suoi valori tradizionali adesso elencati! Più dubbi di cosi nel cuore non potrebbero far nascere. Si rivolge a tutto il popolo spargendo le sue subculture, ma che la storiella del multi culturalismo come arricchimento ed elevamento della società e della civiltà stessa sia pura invenzione e che al contrario una società cosi disgregata diviene fatalmente più selvaggia e criminosa, lo si vede osservando ad esempio due paesi molto diversi: gli USA (ai quali gli italiani si sono asserviti) e il Giappone (che ha perso sotto le bombe nucleari una guerra combattuta con un o n o r e lontano da quello dimostrato dall’Italia) . Il primo, il più multi etnico e multi culturale del mondo, è anche forse, per certi versi, il più incivile dell’occidente. selvaggio, pericoloso, giuridicamente ingiusto, con forti contrasti interni, con al suo interno un popolo armato, e abituato a farsi psicoanalizzare, con grottesche guerre tra gang, stragi universitarie, ecc. E' sufficiente osservare i loro film per capire in che stato versi la loro società. Il secondo, chiuso come pochi altri e poco aperto allo straniero se non in giusta misura, appare invece come una società tra le più ordinate del mondo, e il suo popolo sprigiona da sempre un senso di valore e di forza; e questo pur senza essere formato da nazisti o razzisti ma solo dai civilissimi giapponesi, che sono lontani da certi ideali di accoglienza oggi necessari, perchè a loro non necessitano. Vi è chi parla del fascino di Londra, città multi etnica per eccellenza. Come del resto anche New York appare affascinante a molti. La multi etnicità, lì, si inserisce in un quadro più complesso e viene risucchiata anch'essa nel meccanismo suggestivo che suscitano queste città, specialmente sui giovani. Il vero fascino di Londra poggia però sui soldi che girano in quel posto, sul luccichìo, sulle Jaguar, sulle Limousine, sui grandi centri commerciali, le grandi discoteche, e poi anche si, sulla varietà di culture presenti in questa ricca e opulenta Babele. L'impressione che si ha arrivando a Londra è quella di trovarsi in un parco divertimenti. Ma Londra è anche la tipica città occidentale dell' apparire e del comprare, ed è sopratutto in questo che risiede la sua attrattiva per i giovani di oggi. Ma a Londra e New York la gente non si saluta, c'è un enorme criminalità nelle strade, le persone non si fidano di nessuno, e ci sono grandi conflitti sociali interni. Si possono concepire società diverse da queste tipologie di Babele. E per dirla tutta, l'Inghilterra non è l' Italia, a Londra gli stranieri (abitanti delle loro colonie nel mondo) sono stati inseriti gradualmente, selezionati, e gli è stato fatto capire subito chi comandava, cosi come lo viene fatto capire a chiunque la visiti; infatti nonostante la dilagante microcriminalità inevitabile in una simile società, a Londra si respira un certo ordine e una certa pulizia, cosa che non avviene in città come ad esempio Roma. Le cose si vedono subito fin dall' inizio, e la multi etnicità italiana non sarà mai come quella inglese; dimenticati quel fascino e osserva le tue strade.. NOI AMIAMO TUTTE LE CULTURE, QUELLE ARABE, QUELLE LATINO AMERICANE, QUELLE AFRICANE, QUELLE ORIENTALI. Noi siamo contro il razzismo, siamo anzi per la valorizzazione delle differenze dei popoli al fine di un loro maggior apprezzamento. IL MONDO E’ FORMATO DA UNA GALASSIA MERAVIGLIOSA DI CULTURE E POPOLAZIONI DIVERSE, LA BELLEZZA ED IL FASCINO (CHE ATTRAE I VIAGGIATORI DI TUTTI I TEMPI) DI QUESTA GALASSIA SONO RAPPRESENTATI ESCLUSIVAMENTE DALLE SUE DIFFERENZE. UNA TIGRE NON SAREBBE COSI BELLA SE AL MONDO CI FOSSERO SOLO TIGRI. QUELLO CHE STANNO FACENDO OGGI E’ UNA GLOBALIZZAZIONE DOVE TUTTI SIANO UGUALI, CONSUMINO E MANGINO LE STESSE COSE, UN APPIATTIMENTO TOTALE DI TUTTI GLI UOMINI, E TUTTO PER RAGIONI SQUISITAMENTE DI INTERESSE MATERIALE! Noi non siamo contrari al sincretismo tra le culture, ma al loro appiattimento attraverso un mescolamento indiscriminato e disordinato delle stesse, attraverso una “globalizzazione”. Le singole culture, cosi come le tigri, sono in estinzione a causa del dio denaro. Dare del razzista a chi è contro la globalizzazione e la società multi etnica significa screditarne il pensiero e le idee attraverso l' uso della mistificazione; oppure, semplicemente, essere delle persone ignoranti e superficiali (la superficialità non è nè di destra nè di sinistra). Riportiamo di seguito lo stralcio di un intervista fatta al cantante rap italiano dal nome Frankie Hi-Nrg, per far meglio comprendere in che modo si crei una discriminazione culturale verso chi è contro la globalizzazione e la multirazzialità:
DOMANDA: Tra le tante canzoni che ti hanno reso celebre -Quelli che ben pensano- è stata un grande successo a fine anni Novanta. E’ cambiato qualcosa o i benpensanti sono gli stessi che si credono meglio e che non vogliono sentire “la puzza” di questa umanità in viaggio? RISPOSTA: I benpensanti sono e saranno sempre uguali, accomunati nel disprezzo del diverso, pieni di sè e privi di ogni sè. Quello che evidentemente è cambiato in questi 15 anni è la quantità di persone che si sentono migliori, selettivamente privilegiati verso il resto del mondo: sono assai di più, asserragliati in una finta elite, come per mettersi al riparo dalla crisi e da una realtà che al contrario richiede sempre più apertura e buona disposizione nei confronti del prossimo. Ma non andranno lontano.
In quale luogo astratto si trova la mente di questo cantante? Verrebbe da pensare che “quelli che ben pensano”, accomunati nel disprezzo del diverso, pieni di sè e privi di ogni sè, che si sentono migliori, selettivamente privilegiati verso il resto del mondo, asserragliati in una finta elite …siano proprio questi borghesi diffusori di sub cultura capitalista che predica bene per poi razzolare lo sfruttamento dei lavoratori, dei popoli più poveri, e la distruzione della variegata galassia culturale di cui sopra si parlava. Pensano veramente di aiutare la parte povera del mondo facendone entrare una piccolissima parte in Europa (sono circa quattro miliardi gli abitanti del terzo mondo)? davvero non si rendono conto di come questa operazione non poggi affatto le basi sui bei sentimenti? Anche l’intervistatrice è pretestuosa quando adopera un certo linguaggio, chi si batte contro la loro idea di società infatti, non necessariamente sente “la puzza di questa umanità in viaggio”, dicendo cosi si confonde il lettore inducendolo al disprezzo per chi è contrario al loro pensare. Anche con questi mezzi si contribuisce alla costruzione della mentalità di un popolo. Ci si imbatte spesso in interviste dello stesso tenore fatte ad una quantità di artisti, che sostanzialmente ripetono sempre le stesse due tre cose come una litania, guardandosi bene dall’andare in profondità. I loro stupidi buonismi di maniera devono finalmente venire a galla per ciò che sono. Che sappiano, “quelli che ben pensano”, che nel bel pensare troppo a chi sta peggio di noi senza però alzare un dito per aiutarli (magari denunciando lo sfruttamento di quei popoli che avviene qui come nei loro paesi, o facendo del volontariato…) potrebbe rivelarsi una operazione meno pura del semplice pensare a se stessi, in quanto se si predica e basta, questo potrebbe celare aspetti di compiacimento per la propria situazione privilegiata, dei perversi meccanismi di reale “razzismo”. Se io “concedo” la cittadinanza ad un peruviano, cosa faccio? lo “emancipo”? Se io continuo a difendere gli stranieri, come un paladino della giustizia, dall’attacco “xenofobo e razzista” dei cattivi, creo automaticamente delle vittime; siete sicuri che il ruolo di vittime che gli viene cosi attribuito sia dignitoso per chi viene qui a lavorare? La maggior parte degli stranieri, per loro fortuna, sono completamente avulsi da questi vostri meccanismi di sistema, tuttavia non tutti, ed è da questi ultimi che dovremo aspettarci rivolte e disordini. Facciamo molta attenzione a questi personaggi di sinistra, al loro essere più profondo, e ragioniamo con le nostre teste, senza squallidi razzismi ma neppure squallidi pietismi, uniti per la difesa delle diversità culturali, della nostra e dell’altrui dignità. Infatti nell'uomo e nella sua personalità esiste un mondo in superficie (quello visibile da tutti, e che cerchiamo di far apparire il migliore possibile) e un mondo sommerso, infinitamente più profondo e significativo sul nostro "essere". Cosi, se nella parte esterna siamo giusti ma nella gran parte di quella sommersa maliziosi e interessati, noi saremo più la seconda cosa; e se nella parte in superficie appariamo come duri e crudeli (o tali veniamo fatti apparire), ma in quella sotto le acque ed assai più in profondità, giusti e onesti, saremo certamente più giusti e onesti. Cosi anche, è nei gruppi umani.
“La ipocrisia è una moda; e tutti i vizi di moda passano per virtù. Il personaggio del virtuoso è dunque il migliore che si possa oggigiorno recitare e come professione quella dell’ipocrita offre vantaggi sorprendenti. E’ un arte in cui la frode è rispettata e, quand’anche la si scopra, non c’è nessuno che oserebbe opporvisi. Tutti gli altri vizi incorrono in censure, e ognuno è libero di attaccarli apertamente. Ma non l’ipocrisia, vizio privilegiato, perché ha mani che serrano la bocca al mondo e gode cosi di una sovrana immunità. Una catena di simulazioni stringe in una società serrata tutte le persone del partito ipocrita; chi ne urta una si tira addosso le altre tutte insieme.” (DON GIOVANNI di Molière)
Altra grave colpa di questi illuminati di sinistra, che rappresentano non tanto gli ideali di sinistra in se quanto le degenerazioni più viscide e malate di questi ultimi, consiste nel fatto che per i loro interessi o per le loro utopiche e commoventi visioni dell’umanità hanno indottrinato gli italiani con la cultura della tolleranza dell’illegalità (qualora gli italiani disconoscessero questo sentimento!) insegnando loro ad accettare di buon grado, quasi come un male necessario, ciò che invece non va accettato in una società realmente civile: il commercio abusivo nelle strade, i lavoratori in nero, i piccoli e grandi reati, la prostituzione di schiave, l' accattonaggio, l’immigrazione clandestina e tutte le cose ad essa connesse, che questi illuminati in qualche maniera tollerano perchè commesse dai loro protetti. Tutte cose in apparenza,certo, condannate, ma che però..."anche gli italiani delinquono", ci si sente rispondere. Noi e la nostra idea di civiltà, invece, siamo più schierati dalla parte delle forze dell' ordine, completamente abbandonate a se stesse. Sono state definiti da RADIO ONDA ROSSA (radio appartenente alla galassia dei "centri sociali") i rimpatri di quei clandestini arrivati con i gommoni dal nord Africa, (di cui moltissimi si spacciano per rifugiati di guerra dando nazionalità false), INFAMI DEPORTAZIONI! La deportazione di uno straniero da un paese che non è il suo non esiste, si "deporta" dal paese di appartenenza.
Questa classe di italiani che rigetta, offende e non ascolta i nostri argomenti e i nostri malesseri, ha come lato più sommerso (spesso nei loro figli), i frequentatori di centri sociali e di manifestazioni in assetto di guerra, i clienti degli spacciatori stranieri con i quali si sentono subito "fratelli", gli eredi dei sessantottini che si vestono come loro, in qualsiasi modo purchè sia eccentrico; ha come lato più tirato a lucido i benestanti in cravatta dispensatori di saggezza e civiltà dai loro salotti o dagli studi televisivi.
Sono gli stessi che poi, in altri frangenti, ostentano con spocchia il loro "senso civico", magari raccogliendo gli escrementi del fido amico con lo stesso compiacimento di chi concede una moneta a un' alcolizzato o a uno zingaro che si finge storpio perchè, comunque, ha bisogno. Poi non fanno una piega davanti al degrado dilagante nelle nostre città, si girano dall' altra parte quando lo incontrano, e quasi quasi lo difendono; essi sentono, in cuor loro, che lo scagliarsi contro qualcosa del genere, contro certi personaggi, è fascista ed incivile! Questa gente è priva di reale senso civico, eppure l' ostentano, perchè questo atteggiamento è insito nella borghesia di ogni tempo. Ma questi figli del boom non hanno in realtà alcuna raffinatezza, se non animi rozzissimi, seppur nascosti sotto una morbida seta. Questi buonisti mentali, auto proclamatisi maestri di tutto ciò che sia civiltà e ciò che non lo sia, vivrebbero invece tranquillamente in mezzo agli ippopotami e alle mosche, perchè questo appare dalle loro "tolleranze". Ma è davvero possibile che abbiano una tale indifferenza per come stanno diventando le strade? che non conoscano cosa sia la buona educazione, il rispetto, la legalità, la pulizia, il “nostro” modo di concepire l’esser civili? Per la verità, salvo eccezioni, questi benpensanti borghesi vivono in ville di campagna o in zone alte o medio alte di città dove di marmaglia se ne vede ancora poca; non sono quindi tra l'altro loro a dover intervenire se qualche incivile si comporta male con una ragazza o un anziano, e a dovere mettere in atto una di quelle che verrà certamente definita "aggressione razzista", a proprio rischio. Avulsi dalla realtà che predicano e chiusi nei loro tabù ideologici, lontani dalle periferie e dalla nazione, non comprendono l'odio che va montando nel loro paese anche grazie a loro e alle loro ideologie. Nè comprendono per fortuna loro il disagio e la sofferenza che provano alcuni anziani nel tornare a casa con i mezzi pubblici nelle ore serali, o quegli italiani alla ricerca di un mestiere o anche di un lavoro umile per mantenersi loro e la loro famiglia. Il loro altruismo non tiene nemmeno conto del fatto che, in definitiva, l'emigrazione è un fenomeno estremamente negativo per gli stessi paesi dei migranti. Tra la fine del IX sec. e il XX dieci milioni di italiani lasciarono l' Italia e le conseguenze si riflettono negativamente sul meridione ancora oggi. Ignorando completamente come la pur schiacciante massa di extracomunitari non rappresenti che una goccia di quel mare che invece resta fuori, e come quindi l’azione caritatevole sia effimerissima, ignorando, anzi negando, quanto questa massa porti con se delinquenza e tensione sociali, dicendo, questi buoni del villaggio, che bisogna essere vicini alle sofferenze di tutti gli stranieri (come se gli italiani non avessero le loro) e conviverci in armonia, o mentono ipocritamente nascondendo i veri interessi dell’ effimera carità decantata, o mentono senza saperlo perché vivono in quartieri agiati e la realtà li tocca meno chiusi nel loro caldo mondo, oppure, si tratta di persone senza senso del decoro civile che vivrebbero anche nei centri sociali più sporchi o nelle roulotte. Ma siamo sicuri, allora, che possano essere insegnanti di civiltà?
Dare del razzista all' italiano che si trova a disagio in mezzo a un tale enorme cambio della società, oltre a non considerare appunto quanto forte possa essere l'impatto, non aiuta certo la convivenza, ma getta benzina sul fuoco; e la stessa cosa si fa quando si stimolano gli stranieri a "ribellarsi" per i loro diritti. Più ancora di quanto non lo facciamo noi invitando ad una riflessione lucida ed a osservare la realtà. Sono questi personaggi, gli stessi che hanno schifato Claudio Villa e la melodica canzone italiana in cambio della pappa col pomodoro e del molleggiato, la generazione dello je-je, quelli che gli italiani, non senza disprezzo, chiamavano "i capelloni", i figli del boom economico che oggi vestono mocassino e cravatta e hanno preso il sopravvento numerico. I loro figli che oggi giocano a fare i rivoluzionari tirando san pietrini sulle forze dell' ordine (salvo poi gridare all 'inciviltà pieni di lacrime se trovano una reazione) un domani saranno come loro; loro erano ieri come i loro figli. E i figli degli stranieri? Anche volendo che esistano stranieri bravi e lavoratori (sono la maggior parte, attenzione, perchè un domani molto vicino non saranno tutti cosi: le nuove generazioni che verranno, anche se gli verrà concessa la cittadinanza italiana, non necessariamente comprenderanno la voglia di riscatto e il bisogno di lavoro che aveva spinto i loro genitori a lasciare la patria, ma faranno parte degli strati più disagiati della società (anche volendo che non proprio tutti, la maggior parte)e non saranno più cosi buoni e bravi, dal momento che niente, proprio niente, li legherà a questo paese. Si auto fomenteranno magari ascoltando stupido rap, e l’uno insieme all’altro matureranno il loro odio contro il paese. Non sono di questa tipologia, gli italiani che servono all' Italia. In una di quelle manifestazioni di vittimismo, che saltano su ad ogni minima lite, organizzata dalla comunità islamica bengalese di Roma, è stato pronunciato il seguente slogan: "ROMA NON E’ DEI RAZZISTI NE' DEI FASCISTI! ROMA LIBERA E MIA!"... Romagna mia! Ma che cosa si intende per "mia", se ci si rivolge ad una città, ad una nazione, o ad una patria? Questo non lo si sa più! Se oggi un cittadino trovasse una risorsa interiore, un punto di forza emotiva, nell'essere italiano, e se una società da tali risorse traesse beneficio, questo un domani non avverrà più. Saremo un Italia non più definita, e quel cittadino nella maggior parte dei casi non sarà più italiano, se non civilmente, nè etnicamente nè culturalmente; quindi perchè dovrebbe trovare una risorsa emotiva nel sentirsi parte dell’Italia? Il sentimento dell' "essere italiani" sarà forse discusso, oggi, è ciò comunque che andavamo costruendo dal tempo del risorgimento, ciò la cui mancanza di completezza ha sempre rappresentato i problemi del nostro Paese, dalle furbetterie, alle evasioni fiscali, alle mafie. Un domani non lontano quel sentimento avrà perso di forza del tutto e sarà morto per sempre, dopo neanche due secoli dalla sua nascita. Se questa è cosa negativa, se l'identità nazionale sia necessaria o meno, ciascuno potrà ritenere come crede. Certo è che se ci abbandoneremo, come accade, a romantici e irreali sentimenti di fratellanza universale, e se continueremo a mettere la politica al servizio dell'economia anzichè far avvenire il contrario, se rinunceremo al senso di clan, di nazione e di popolo, che sempre ha appartenuto a tutte le genti di tutti i tempi e tutte le latitudini, allora un intento cosi rivoluzionario non può più essere taciuto e nascosto dietro a ipocrisie e falsità, un intento cosi va discusso, un intento cosi non può essere attuato senza la consapevolezza ed il consenso dei popoli che lo subiscono. Ciò che viene imposto senza possibilità di scelta è una violenza. Del resto la borghesissima sinistra italiana (comprensiva dei “comunisti di sistema”, o dei più puri testimoni di Marx che non vedono oltre i dogmi appresi nel loro libro), è sempre stata rivoluzionatrice di tutto da sempre dopo la guerra. Con la sua volontà di rivoltare ogni regola sociale dal di dentro, pretendendo di costruire una società migliore, è sempre andata distruggendo ogni valore tradizionale italiano rappresentando un supposto movimento progressista. Spesso ci sentiamo dire che se difendiamo un tale o un tal 'altro aspetto del passato “vogliamo tornare indietro” come se questo fosse un qualcosa che danneggia tutti…c’è da chiedersi se il loro portarci cosi lontani (e non necessariamente "avanti" o "indietro") dalle nostre tradizioni e modo di vedere il mondo secolari, e se il farlo in cosi breve tempo sia invece benefico. C’è da chiedersi “dove” ci stanno portando, e se ci si può fidare di costoro. I cambi culturali non sfuggono alle leggi di molti altri cambi, devono cioè avvenire lentamente e non in modo brusco. Mentre la nostra società è stata resa irriconoscibile da quella di soli pochi decenni fa. Ora, o una tale “RIVOLUZIONE CULTURALE” repentina porta dei frutti, o porta al declino. Se ci siano stati più frutti positivi o più degenerazioni nella società odierna rispetto a quella di i pochi decenni fa (sotto l 'aspetto culturale), è cosa che ciascuno potrà ritenere come crede. Di sicuro resta il loro modo di attuare le loro ambizioni: attraverso la MISTIFICAZIONE DI OGNI IDEA AVVERSA; ad esempio, dove è scritto chi è contro alla famiglia fatta da gay e a favore della concezione tradizionale, formata da un uomo e una donna, dovrebbe essere "omofobo"? Perché questo disprezzo di chi è più conservatore? Anche la storia che loro si trovano "più avanti" di chi non li condivide e che li fa spesso sorridere con superiorità delle nostre tesi, fa parte delle loro meschine mistificazioni attraverso le quali mirano a screditare chi non è come loro. Infatti, il genere umano è ancora troppo legato agli stimoli animali (e lo sarà per sempre), l'egoismo è la legge sovrana. La gente del lavoro, gli stranieri che vengono da mondi poveri e crudi, sono infinitamente superiori a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarli. Il progresso della giustizia sociale è solo una delle tante menzogne convenzionali, esso non serve a niente perchè ogni atto della vita dell' umanità è un fatto nuovo che va risolto con l' intuizione. Infatti, da secoli e secoli, l' umanità ripete gli stessi errori e li sconta fatalmente con quelle che chiama ingiustizie sociali. Le mode culturali sul come concepire tali giustizie o ingiustizie, si modificano continuamente in ogni direzione, e vederle correre su una linea retta, avanti e mai indietro, è da ingenui o da chi pretende di trovare giustificazioni alle proprie idee. Secondo questa logica più il tempo passa più l' uomo migliora, e l' uomo di domani è "sempre" meglio di quello di "ieri". Se questo è vero sul piano tecnologico o scientifico, lo stesso non è su quello del suo animo. L' uomo non va necessariamente "avanti", in quel senso. ORIGINALITA', PER NOI, E' TORNARE ALLE ORIGINI.
“ “Ricordati che se tu, portato d’ un balzo ad un’ eccelsa altezza, potessi contemplare le vicende umane e la loro multiforme diversità, ti sentiresti pieno di disdegno verso di esse, dato che, nel medesimo tempo, con lo stesso colpo d’ occhio, abbracceresti l’ infinità degli esseri aerei e celesti che popolano lo spazio, e che, tutte el volte che tu fossi portato cosi in alto, scorgeresti sempre le stesse cose, e sempre della stessa qualità e di breve durata. (…) Che cos’ è la malvagità? E’ quel che tu spesso hai veduto e, qualunque cosa ti succeda, abbi questo presente che è cosa da te spesso veduta. In alto, in basso, sempre, dovunque tu ti volga, rinverrai le medesime cose, delle quali sono piene le storie antiche e quelle delle età medie e le nuove; delle quali oggi sono colme case e città. Nulla di nuovo: le solite ed effimere cose.” (MARCO AURELIO ANTONINO, IMPERATORE)
A chi oggi viene definito intollerante dal regime (di coloro che hanno preso il potere in Italia dopo la guerra) vogliamo far capire quanto siano forse i migliori; IL VOSTRO SOFFRIRE NEL VEDERE LA VOSTRA CULTURA, O LA VOSTRA ROMA, LA VOSTRA PATRIA COSI MORTIFICATE, TROVEREBBE CERTAMENTE AMPIO CONSENSO PRESSO TUTTI I VOSTRI ANTENATI DI TUTTI I TEMPI, DA ROMA AL RINASCIMENTO AL RISORGIMENTO, ANCHE SE NON LO TROVA OGGI. ESSO SOPRATTUTTO INDICA IN VOI LA NOBILTA’ DELL’ANIMO. E quando questi mussulmani con i quali viviamo creeranno dei forti disordini nella nostra società cristiana, o laica che la si intenda, come fanno in ogni parte del globo dove si trovano a convivere con culture o religioni diverse dalle loro, quando ciò accadrà se accadrà, tutti coloro che hanno benedetto tale invasione andranno considerati come complici di tali disordini e traditori del paese. Allora si vedrà chi siano i veri italiani. NON DOVRESTI AVERE PAURA NE’ DEL GIUDIZIO DEI TRADITORI DEL PAESE, NE’ DEL COLTELLO DELLO STRANIERO, PERCHE’ QUALSIASI COSA TI SUCCEDA TI SARA’ SUCCESSA MENTRE DIFENDEVI IL TUO PAESE E LA TUA CULTURA E IL NUMERO DI INDIVIDUI, IL NUMERO DELLE COMPARSE CHE TI CIRCONDA, BENCHE’ TI SIA SUPERIORE NON E’ INDICE DI QUALITA’ NE’ DI VALORE. L’INDICE DEL VALORE LO FAI TU, MOSSO DA ANIMI NOBILI E GIUSTI.
Se per alcuni dire, ad esempio, che un popolo come quello degli zingari, il quale vive chiedendo, e mai dando, mendicando, fingendosi storpio, o rubando, è un popolo mediocre, significa essere dei razzisti, allora significa che non hanno i metri per fare la differenza tra un grande popolo e uno più mediocre (la valutazione dei singoli e la soggettività sono scontati), nè probabilmente tra una grande persona e una più mediocre. Eppure sappiamo che nel mondo ci può essere un Socrate oppure un Pietro Pacciani; come potremo apprezzare il primo senza dare un implicito giudizio negativo del secondo? Come possono essi, con l' assenza di tali metri nei loro animi, ergersi a fari della società? Se affermare che alcuni popoli sono più mediocri di altri è razzista, allora affermare che il proprio popolo è mediocre ci scagionerebbe da qualsiasi accusa di razzismo, in quanto non si può essere razzisti su se stessi. Ebbene noi lo affermiamo! e lo faremo fino a quando l' Italia non darà cenni di rivolta contro tutti i falsi valori di cui si è impregnata in questi anni. Vi sono alcune contraddizioni da prendere in considerazione in queste comparse di sinistra (un anno luce distanti dal comunismo tradizionale il quale non conosce nessun tipo di falso buonismo), prima di dargli il nostro assenso, il nostro voto, o anche solo la nostra stima: ad esempio il loro asservirsi alle volontà del potere immenso dell'economia (che dovrebbero invece, in teoria, combattere), benedire la sua esigenza di braccia, braccia sfruttate, senza poi nemmeno curarsi delle persone povere della nostra popolazione (che dovrebbero invece, in teoria, difendere), le quali sono bollate come razziste ed ignoranti. Parlano di apertura verso l'altro e di tolleranza, ma senza sottolineare a dovere, come sarebbe loro dovere di gente di sinistra, lo sfruttamento che c'è dietro queste masse di poveri stranieri, nei loro paesi come oggi anche nel nostro; predicando teorie sulle tanto “imprescindibili” badanti, messe poi a fare lavori massacranti sia fisicamente che psicologicamente, 24 ore al giorno, e sopratutto chiamate spesso a sostituire un' assistenza infermieristica specializzata che richiederebbe uno sforzo economico assai maggiore; tacendo l'immenso mondo sommerso "in nero" che contraddistingue questa nuova forza lavoro; tacendo il caporalato nelle campagne, come anche in città, quindi i numerosi polacchi sotterrati in Puglia dai padroni, le centinaia di rumeni in attesa di qualcuno che li raccolga sulla via Togliatti di giorno; tacendo le centinaia di rumene o albanesi o nigeriane nella stessa via, di notte, “schiavizzate” dai propri connazionali o parenti.
Esiste un parallelo tra la concezione marxista dello sfruttamento del proletariato da parte della borghesia e quello delle nazioni proletarie (il cosiddetto terzo mondo) da parte delle nazioni ricche; perchè non denunciarlo, anzichè difendere le logiche che determinano questo sistema? Essi tacciono alcuni punti del fenomeno multi etnico enfatizzando solo gli aspetti coloriti e romantici dello stesso, o quelli umanitari, che più gli fanno gioco. Perchè altrimenti la gente, in special modo quelle fasce popolari di popolo già penalizzate dall'invasione, si chiederebbe se questa che predicano sia davvero civiltà e se il prezzo da sacrificare sull'ara all'economia non sia troppo alto. Altra contraddizione di questi uomini di sinistra amici del profitto ad ogni costo e nemici di ogni nazionalismo e senso di identità nazionale e culturale, è il loro predicare una società laica, persino scagliandosi contro i simboli cristiani, affermando che le religioni sono l'oppio dei popoli e negando ogni forma di spiritualità all'essere umano riducendolo solo a macchina da lavoro salariato, salvo poi, a sorpresa, benedire l’ ingresso di masse enormi di popolazioni arabe che si portano dietro tutto un bagaglio culturale assai più pregno di dogmi religiosi (quando non integralismi veri e propri) di quanto non abbia il nostro popolo cattolico; a Piazza Vittorio, in pieno centro cittadino, o in piazza del duomo a Milano, le preghiere di massa con migliaia di persone senza scarpe chine verso la Mecca dovrebbero essere qualcosa di raggelante per chi crede in una società laica, cosi come non dovrebbe tollerare quelle attività che ti trovi chiuse perchè è l’ora della preghiera, cosi come non dovrebbe tollerare le pratiche di infibulazione tanto diffuse ormai in Italia, o le donne coperte da teli con buchi per gli occhi che girano ormai tra di noi senza suscitare stupore, come avviene in Europa. L'invasione dei popoli islamici con i suoi integralismi, come pure la cultura americana e il suo capitalismo, erano cavalli di troia ai quali si sarebbe fatto meglio tenere le porte chiuse, ma è proprio la sinistra (lontanissima, in teoria, da questi modi di concepire la società) che gli ha aperto le porte, sbandierando sempre i concetti di fratellanza e giustizia sociale. Attenzione a certi concetti universalmente riconosciuti come positivi: chi si arroga il diritto di esserne l' unico detentore e portatore, spesso è ingannatore. Si veda il concetto di "libertà", portata a tutti i paesi con le bombe. Vi sono alcuni casi in cui si possono nutrire sentimenti di fratellanza, tuttavia ve ne sono altri in cui la contrapposizione è inevitabile e prevalgono i sentimenti di divisione, vengono richiesti sentimenti di contrapposizione e, comunque, sempre di fermezza, perché è nella carne molle che i vermi crescono e prolificano. Ciascuno di noi, in questa vita, si arrabatta come può, specie se ha problemi economici...nessuno più di chi ne ha può capirlo, non la classe borghese; e nessuno più di chi ne ha può sentirsi "realmente" fratello e vicino a questi nuovi poveri che giungono. Ma questo non deve distoglierci dal formulare opinioni lucide sul fenomeno, su cosa ci sia dietro, sulla sua reale positività o meno. Chi cerca la verità non si lascia piegare dai sentimenti, usa il cervello. Ferma il cuore. L'essere umano può avere un cuore grande ma durissimo, o averne uno piccolo e tenero, ed è anche nell' eccessiva mollezza dell' animo che può nascere la crudeltà. Spesso sono proprio gli anziani, i malati, le donne, i bambini, i soggetti più deboli, a mostrare più crudeltà. Il sentimento e la sensibilità sono cose meravigliose nell' uomo, ma dipende dal contesto; bisogna avere sempre anche una minima riserva di rabbia in fondo a noi, anche le rose hanno le spine, e un animo umano che si rispetti è un alchimia di tutte le cose umane. Aristotele diceva che la rabbia è un viatico di valore, e questo andava ripetendo al suo Alessandro. E' un dato di fatto che anche la violenza dei sentimenti , sia d’amore che di divisione, è allevatrice delle "storia"; questo sta a significare che fa parte dell'uomo, volenti o nolenti, oltre ogni falsità culturale. I nostri animi non sono quelli di uomini crudeli ma quelli di uomini consapevoli che l'essere umano può essere come un bambino, in quanto tale va educato anche con la forza, e non, certo, con la tolleranza di ogni cosa. Avere un atteggiamento di rigetto totale verso lo sfruttamento di questi migranti, verso i crimini che da essi giungono, verso gli sbarchi assurdi di disperati vittime di mafiosi, verso i venditori di fazzoletti minorenni al freddo dei semafori, verso le decine di persone accampate all'interno di luridi tuguri ecc., non è atteggiamento chiuso, razzista, xenofobo, crudele, ma atteggiamento di coscienza, di intelligenza, di forza responsabile e di civiltà, almeno per come noi la intendiamo. Sappiate bene che l’odio che nutriamo verso chi degrada la nostra società, verso chi cancella la nostra cultura, verso chi crede solo nelle regole dell’economia e disconosce e deride altri valori, verso chi mistifica quotidianamente la realtà, è pari all’odio che nutrite voi per noi. Entrambi odiamo. Chi di noi ha ragione? qualcuno di noi ha ragione ad odiare? tant' è, siamo essere umani. Accettate dunque che l'odio serpeggi in questa nuova società che voi state costruendo, come certamente serpeggerà sempre più. Siamo tutti una stessa anima, nel profondo, tuttavia facciamo scelte interiori diverse, nei singoli, ed abbiamo modi di essere culturali differenti nelle società. Ma ci manca la capacità di mescolarci armonicamente e di accettarci nelle nostre diversità. Cosi, come nei singoli si uniscono i simili, lo stesso accade nei popoli. Cosa sia civile e cosa no, su questo, ogni popolo ha le sue idee spesso molto diverse l' una dall' altra. Concludendo, la sinistra italiana, con il socialismo internazionalista nei primi anni del paese ha ostruito la costruzione di un' identità nazionale, con i movimenti culturali del dopo boom economico ha distrutto i valori tradizionali del nostro popolo ed i suoi punti di riferimento, ed oggi con i falsi sentimentalismi di maniera diffonde la cultura del meticciato nazionale. A queste già gravi responsabilità contro il paese ci sono da aggiungere i fatti che non si batte contro il grande nemico della società, il benessere (inteso come superfluo, quindi consumismo), ma solo per l' uguaglianza indiscriminata (?), contribuendo cosi alla mollezza dei costumi; e che opponendosi a qualsiasi azione repressiva dell' illegalità dilagante causata da nuovi poveri e spesso clandestini stranieri, tirando fuori assurdi parallelismi con il nazismo o con il fascismo, con la "tolleranza" di tutto, contribuisce sensibilmente al degrado sociale. E' un fatto, che i tipici tratti negativi della cultura nazionale, quali tolleranza del degrado, assenza di decoro, cultura dell' illegalità, assenza di amor patrio, non possono venire attribuiti a una cultura di destra ( ideologica, non l' odierna destra parlamentare), la quale invece ha come componenente fondamentale proprio la fermezza nel reprimere tali tratti. Con i loro buonismi ripugnanti, con la loro "ansia di tolleranza che li pervade", queste forze di sinistra degenerate, unite ad alcune forze cattoliche, contribuiscono sensibilmente ad ostacolare il lavoro delle forze dell' ordine impedendone con continue polemiche quel poco che già fanno per difendere la sicurezza e il decoro dell 'Italia. Se un sindaco di destra emette una ordinanza non ci si può continuamente opporre difendendo le minoranze; si deve consentire a un comune di operare come quei cittadini che lo hanno votato vorrebbero. Ad esempio: la Comunità di Sant’ Egidio tanto ha fatto che ha costretto il comune a ritirare l’ordinanza anti rovistaggio nei cassonetti della spazzatura. Non si può più tollerare, stando cosi le cose, chi predica con violenza un certo tipo di tolleranza, senza considerarlo complice ed artefice di tutto quello che di negativo l' immigrazione selvaggia nel nostro paese sta portando con se.
“E’ necessario che si eviti di dare confidenza a tutti costoro: è proprio questa la gente che trasmette i vizi, diffondendoli da un luogo all’ altro. La loro conversazione è molto dannosa; è vero, non produce effetti immediati, ma lascia comunque i suoi germi nel nostro animo e anche quando ci siamo allontanati da loro, ci segue pur sempre il male destinato a risorgere con il passare del tempo. Come le persone che hanno ascoltato un concerto portano con se nelle loro orecchie il fraseggio musicale e la dolcezza delle melodie che impedisce di concentrarsi sui propri pensieri e non consente di dedicarsi ad argomenti seri, cosi i discorsi degli adulatori e di quanti esaltano valori moralmente distorti persistono in noi più a lungo di quanto non sia il tempo occorrente per udirli. (…) Bisogna fuggire queste voci non diversamente da quelle che Ulisse non volle oltrepassare se non legato. Sono dotate dello stesso potere: ti allontanano dalla patria, dagli amici, dalla virtù.” (LUCIO ANNEO SENECA, Epistole)
ABUSIVISMO SENSO CIVICO E SERVILISMO DI ALCUNI BENGALESI.
Al mercato di campo dè fiori li usano come scimmie ammaestrate facendogli urlare frasi in romanesco per richiamare i clienti, cosi come si fa al mercato: AOOO! DAJE ROOMA! CHE PESCHE...CHE PESCHE SIGNO'!! nel ristorante Rugantino a Trastevere gli fanno portare i tonnarelli cacio e pepe vestiti con i pantaloni alla zuava tradizionali....al mercato di portaportese se provi a chiedergli la grattugia per la grattachecca pensano che stai facendo una battuta... Il che a vedersi non è meno divertente che amaro. Alcuni vogliono ravvisare in queste scenette il frutto dell' integrazione. "NULLA TROPPO", era scritto a Delfi, sul tempio di Apollo. Quanti sono gli stranieri che, alla faccia del decoro, delle forze dell'ordine, e di tutti i commercianti onesti, lavorano abusivamente nelle nostre strade? li trovi al semaforo, al benzinaio, nelle bancarelle, dentro tutti i negozi e ristoranti impiegati in nero, in strada a venderti l'ombrello per la pioggia, quello per il sole, gli occhiali, la rondellina luminosa, i pupazzetti, i giochini più assurdi...tutto questo abusivismo, tra l'altro fastidioso perchè non stanno fermi in un angolo ma ti vengono sotto e ti inseguono, è forse normale tollerarlo da parte di un governo? Assistiamo insieme ai turisti divertiti a scenette grottesche dove quei poveri burattini degli agenti della Municipale, con passo rapido ma svogliato, "corricchiano" verso i malfattori senza prenderli mai e dimostrando tutta la loro penosa impotenza, e a questi ultimi che in gruppi scappano via ridendo, disperdendosi, per poi ritornare solo pochi istanti dopo, nello stesso punto, allo scomparire delle divise. Degno di un teatrino per bambini. Ma se io da cittadino “ e s i g e s s i” una pulizia immediata di questo abusivismo asiatico dalle piazze, non sarebbe forse lecito? sarà cosi difficile affiggere dei cartelli dove si proibisce "l'acquisto" di materiale abusivo e cominciare a multare chi lo acquista?
O piazzare qualche agente in borghese? A fronte di questo ci sono poi centinaia di commercianti italiani onesti che sono immersi in mille regolamentazioni di ogni tipo, a volte vessati dalla Polizia Municipale...credi che si usi lo stesso rigore con i negozi-bazar di questi bengalesi? Non esiste paese in Europa dove si vedano simili commerci nelle strade. E com'è il loro concepire il vivere civile? quale il loro senso civico? Attenzione a questo, perchè per un fenomeno di osmosi, i singoli uomini come pure le loro società si migliorano o peggiorano l' un l' altro, se messi a contatto. Si sono fatti percorsi nel nostro paese, che ci hanno portato, ad esempio, a ritenere che oggi uccidere una moglie per motivi di onore non è più cosa "civile", ma una barbarità. Ma se noi riteniamo questo, nei paesi di molti questi stranieri è molto diffusa questa usanza, come pure quella meschinissima di gettare acido in faccia alle donne per deturparne la bellezza. Il Bangladesh è uno di questi paesi. E gli stessi che hanno questi costumi poi li vediamo strusciarsi, come animali senza alcuna vergogna nè barriera morale, sulle nostre mogli, figlie, sorelle o madri, negli autobus pieni del centro. Questi mussulmani repressi sessualmente, nord africani o bengalesi che siano, non devono tutti avere un concetto della donna molto alto, né del rispetto per un paese che li ha accolti. Ve ne sono alcuni che scendono dal 64 a Largo argentina per correre a salire sull’altro autobus che si avvicina dalla direzione opposta, rifacendosi la tratta aventi e indietro, e parliamo di persone giovani non di vecchi; non è difficile osservarli. Come si vede la civiltà ha vari modi di essere concepita, infatti non vediamo avere gli stessi costumi un cinese o un filippino. Alcuni e non pochi connazionali li definiscono "bravi". Termine generico che sta, in questo caso, sta ad indicare colui che è servile ed utile. Eppure hanno usi e costumi assai poco stimabili. Considerare "bravo" un popolo con l'arbre magique al collo chino ai fanali delle nostre auto (solo perchè magari altri hanno un pò più di dignità che non gli consente simili atteggiamenti), questo si è razzismo. Fanno sedere le anziane, certo, ed anche noi, ma poi si strusciano su quello delle figlie. Occorre saper individuare la vera virtù, non fare come chi osserva il mafioso aiutare un bambino caduto e pensa che, in fondo, è una brava persona, o come chi osserva il parroco dargli uno scapaccione e pensa che, lo sapeva, sotto sotto è un uomo crudele. Nella loro totale assenza di dignità che ci dimostrano e nel dedicarsi cosi assiduamente all' irregolarità e all' abusivismo, non possono essere considerati da noi come uomini “bravi”. Non si tratta di considerare inferiore una razza rispetto ad un'altra, ma della necessità di convivere con gente all ‘altezza della nostra concezione di civiltà, e di non assorbire determinati modi d’essere fino ad oggi estranei, o mutati, dalla nostra società. Accade spesso, oggigiorno, di pensare alla povertà di persone completamente estranee al nostro paese, ma troppo poco a quella di moltissimi dei nostri anziani abbandonati a se stessi in questa nuova società.
"Spesso Alessandro, vedendo le prigioniere cosi belle e slanciate, scherzava con Parmenione dicendo che queste persiane erano una tortura per gli occhi; ma mettendo a gara la bellezza del loro aspetto con la bellezza del suo autocontrollo e della sua temperanza, passava davanti a loro come se fossero fredde statue di marmo." (Vita di Alessandro, PLUTARCO)
E mentre in Bangladesh si assaltavano i consolati dopo la diffusione del risibile trailer di “The innocence of Muslims", è sempre la comunità bengalese (tanto “bravi” quanto pronti ad alzar proteste, più d’ogni altra comunità, come quando p-r-e-t-e-s-e-r-o i giardini di Villa Gordiani per la loro festa) ad aver organizzato la seguente manifestazione:
Oggi dunque manifestazioni di questo tenore, in un paese cristiano che li ospita, e che nulla c’entra con gli Stati Uniti (paese da cui è stato diffuso il trailler “irrispettoso”); ma sai tu in che condizioni di terrore fanno vivere i cristiani nei loro paesi? oggi dunque questo tipo di manifestazioni che lottano contro la libertà d’opinione occidentale costruita in centinaia di anni. E domani? Si crede ancora che, se non con la microcriminalità, con le rivolte sempre più frequenti, con la semplice loro presenza, questi corpi cosi estranei alla nostra cultura non portino tensione sociale? Non diventare come alcuni europei, spetta solo a noi. Infatti, che infinita enorme tristezza ci sarebbe nell’ arrivare ad essere come quel popolo, i francesi, costretti a dover chiudere le ambasciate e le scuole per essersi voluti permettere il lusso di pubblicare vignette satiriche sul profeta maometto.
Tornando all' abusivismo, questo ridere alle spalle dei vigili, quel teatrino a cui assistiamo nelle strade del centro, appare agli occhi di tutti noi italiani (già poco inclini alle regole), agli occhi dei turisti incuriositi, agli occhi degli stessi abusivi, non come una semplice tolleranza del fenomeno ma come la tolleranza dell’umiliazione della legge perpetuata da questi migranti. Questo, è da considerarsi negativo per la figura internazionale, già compromessa da decenni. Se il rispetto degli altri popoli sia importante o meno, e non solo nel senso politico, ma anche della dignità di ciascuno di noi (quanto spesso ci è accaduto di sentirci offendere solo per la nostra nazionalità, o ci si è trovati davanti a dei turisti che non nascondevano le loro critiche per qualsiasi problema), ciascuno con il suo animo e la sua dose di dignità valuterà. Ed è da considerarsi negativo anche per l’esempio dato sia al popolo italiano che a quello degli immigrati, i quali penseranno, e lo sanno già bene, di essere nel paese dei balocchi, e allora sarà sempre più difficile (vanno aumentando di numero di ora in ora) correggere quelli che tra loro non si inseriranno nel tessuto sociale legalitario. Essi, cosi come i nostri politici del malaffare che agiscono indisturbati, saranno sempre più sfrontati e prepotenti. Solo in Italia, in tutto l'occidente, si assiste a questo abusivismo nelle strade. In questo sistema di cose, con questa tolleranza e questo lassismo, dimenticati la multi etnica società londinese.
NORD AFROCANI E SLAVI, DISCRIMINAZIONI NECESSARIE E RELATIVE MISTIFICAZIONI.
Chi si fa pecora…il lupo se lo mangia! E' di questi giorni (autunno 2012) la notizia che la zona sud della Francia si trova ad affrontare una emergenza criminalità che ha fatto proporre l'intervento dell' esercito, e questa criminalità è ad opera degli immigrati arabi. Le carceri italiane esplodono, sono in esubero di circa il trenta per cento, e nelle carceri italiane il trenta per cento dei detenuti non è italiano; è evidente che la percentuale di stranieri che delinque rispetto agli italiani, in rapporto, è notevolmente più alta. Tuttavia bisogna fare delle distinzioni perchè ci sono stranieri che molto più raramente fanno parlare di se in modo negativo (filippini, peruviani, eritrei, e a dire il vero quasi l'intera comunità straniera), rispetto ad altri i quali, vuoi per un più facile accesso al paese vuoi per una cultura meno legalitaria e rispettosa (NORD AFRICANI, SLAVI, commercianti abusivi ASIATICI) sono sempre presenti nei nostri giornali. Si dovrebbe assolutamente tenerne conto, quindi cominciare a guardare alcune comunità con un occhio più vigile e diffidente. FARE QUESTO E' UNA GIUSTA "DISCRIMINAZIONE", fare questo è auto difendere il tuo paese, resoti conto che i quadri dirigenti non sono nè all' altezza nè interessati a farlo. Chi ruba, ammazza, spaccia, esce ed entra dal carcere, è antisociale, è ubriaco, risponde con prepotenza, fa commercio abusivo o accattonaggio, perchè si dovrebbe considerarlo uguale a chi è qui per lavorare onestamente? Non è colpa nostra se le comunità si distinguono molto l' una dall' altra in questo. Eppure una certa cultura di sinistra è fermamente contraria ad ogni tipo di differenziazione e fa passare la discriminazione come qualcosa di razzista. Non lo è necessariamente, e dove lo è sarà sbagliata. Non ci sono razze che vanno discriminate, ma comunità che si distinguono in senso negativo; tenendo sempre conto delle soggettività. Diciamo la verità gli animali sono belli quando si trovano nei corpi di animali, quando sono in quelli d' uomini sono profondamente disprezzabili. Non c'è nulla di negativo nel disprezzo, se è costruttivo. Si, il disprezzo può essere costruttivo, perchè tutto è un' alchimia, e non solo con la fratellanza e l' uguaglianza si può costruire una società equilibrata. Delle differenze ci sono sempre e vanno sempre considerate. Se si riflette sulle rivolte in Francia, sui consolati occidentali incendiati di tutto il mondo alla minima battuta su Maometto, sui negozi e automobili distrutti a Milano, sulle donne coperte da lenzuoli neri, interrate fino alle spalle e colpite con pietre in testa per essere poi finite a colpi di badile, sulle minacce di morte a tantissimi giornalisti e artisti, sulla loro presenza in tutte le guerre del mondo, perchè si dovrebbe considerare i mussulmani uguali ai buddisti tibetani, o agli induisti indiani che spazzano via gli insetti prima di sedersi? La loro religione non prevede opere di carità e volontariato presso i popoli bisognosi, cosi come tra i cattolici, ma spargimento del sangue di chi non la segue. Le generalizzazioni sono necessarie per comprendere i popoli e per fare una considerazione sui lati positivi e quelli negativi che sono insiti in ogni uomo e in ogni comunità, purchè si sia pronti a valutare ogni soggettività. Queste valutazioni vanno fatte specie quando si affronta un fenomeno invasivo come quello dell' immigrazione odierna. Noi scegliamo gli uomini in gruppo, spesso si è costretti a farlo; noi non ragioniamo sulle eccezioni e riteniamo che essere contrari alla differenziazione, mistificandola e facendola passare per una discriminazione negativa e razzista, equivalga a rendere gli uomini come immobili statue senza nè un giudizio nè la capacità di agire per la propria società. E’ sempre di questi giorni un'altra serie di consolati attaccati e scontri a causa della permalosità islamica scatenata dal fatto che qualcuno si è permesso di fare un film su Maometto (The innocence of Muslims). Di fronte alla provocante aggressività di questa religione, che può sollevare cosi tanto e facilmente un popolo solo per delle cose simili, l’uomo stolto aggressivo direbbe “dobbiamo sterminarla”, l’ uomo saggio (tra i due) “dobbiamo allontanarla da noi”, l’uomo stolto pacifista “dobbiamo integrarla”. Pubblichiamo qui due vignette sul "Sacro", una su Maometto (di quelle, danesi, che scatenò recentemente spargimenti di sangue e assalti armati) e una su Dio; sappiamo tutti quanto l' ironia sia segnale di intelligenza, in un indivdiduo come in un popolo. Riflettiamo sulla differenza di reazione, riflettiamo su quali profonde differenze culturali ci siano tra noi ed altri popoli, oltre ogni predicazione sentimentalista.
Le distinzioni da fare quindi sono molte, è evidente ad esempio che ai fini dell' integrazione i popoli latini o cristiani (che hanno modi di vivere sociali, e non antisociali) risultino tra i gruppi più facilmente assimilabili. Questi calcoli e queste discriminazioni vanno fatte di fronte ad un fenomeno come quello dell' immigrazione odierna, se si vuole costruire una società multi etnica quanto più possibile equilibrata e sicura. Questi Arabi e questi slavi che vengono fin qui per delinquere, protetti dal paese, queste merde mal cacate facenti parte di quella categoria che renderà l'Italia sempre più invivibile, vorremmo vederli in fila sulla via Appia come si faceva nei tempi antichi.
"L'immigrazione costituisce un pericolo enorme ed urgente, che va affrontato con rapidità e fermezza, prestando particolare attenzione all'immigrazione extraeuropea. Risulta drammaticamente evidente che una visione multi culturale e multirazziale della società non è praticabile. Africani, mediorientali, cinesi, aldilà di rendersi protagonisti di frequenti azioni illegali, sono portatori di culture e religioni assolutamente incompatibili con quella italiana e cristiana. Proponiamo il blocco dei flussi regolari; il potenziamento dei controlli sui confine attraverso l'esercito; l'abolizione del trattato di Shengem;espulsioni reali e coattive dei clandestini; un graduale "controesodo" dei cosiddetti "regolari" attraverso incentivi fiscali ed economici che promuovano il lavoro prima agli italiani; l'inasprimento delle leggi sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Per gli immigrati di origine europea, che fondano le loro radici culturali sulla tradizione cristiana, riteniamo possibile un inserimento nella nostra società, purchè monitorata e di proporzioni numericamente sostenibili." (Testo del partito FORZA NUOVA)
AQUILE CONTRO RONDINI.
S.p.q …? L’ amore per Roma, che tante cose grandiose ha fatto compiere agli uomini antichi del passato, fin’anco al sacrificio delle proprie vite, e che tanto in alto ha spinto gli animi degli uomini, come raramente avviene, se già indebolito nei secoli (ma pur sempre vivo sotto le braci) viene oggi definitivamente soffocato dall’arrivo di cosi tante genti estranee che nulla sanno, nè amano, dei luoghi dove si aggirano alla ricerca di denaro o altro. La romanità è sempre esistita a Roma dalla notte dei tempi, è la romanità che l'ha creata e resa cosi come tutti oggi abbiamo la fortuna di ammirarla, è la romanità che l' ha resa leggendaria, perchè è cosa bellissima amare intensamente questa favola umana. Della tua città puoi essere geloso come di una donna, pensavamo che tutti quei turisti del centro storico andassero trattati con ospitalità, ma anche con durezza quando fossero stati troppo sporchi, gradassi, sdegnosi o critici, affinchè non si dimenticassero mai, ogni giorno del loro viaggio, d'essere a Roma! Oggi un pensiero cosi stupido decade, di fronte alle tante persone che nella nostra città ci pisciano, ci spacciano, ci rubano, ci violentano, forse allora è tempo oggi, dopo secoli e secoli, di smettere d'amarla, se non si vuole impazzire in quest’ odore di kebab. Siamo anche quello che mangiamo... A proposito del famoso panino esotico che spopola in Europa, sai cosa c'è dentro? L' Europa fa orecchie da mercante, ma crea problemi "di igiene" alla pizza cotta in forno a legna, alla pajata o al formaggio di fossa!! Composizione del KEBAB: http://www.promiseland.it/2011/04/08/kebab-ecco-la-composizione-della-carne/
Ma com'era il popolo romano antico? credi fosse un popolo docile? era un vulcano pronto ad esplodere e nelle sue manifestazioni di piazza non andava per il sottile! Non era ancora nata la droga del "consumismo", delle piccole gioie indotte che tanto sedano gli animi, e l'unico modo per tranquillizzare le masse era distribuire grano gratis e imbottirle di spettacoli, ma questo non bastava a renderle mansuete e intontite come oggi! Lo immagini quel popolo fiero, che si aggirava per i bui vicoli della città imperiale, che beveva vino alla luce delle lanterne, che si esaltava all'interno di circhi e di anfiteatri, che urlava e giocava nelle terme? non esisteva niente come Roma duemila anni fa e ce n'era piena coscienza. Usa la tua fantasia per immaginartela allora, illuminata dal sole del tramonto, quella stessa Roma che Cesare mostrò con orgoglio dal suo palazzo all'amata Cleopatra, riesci a vederla? con le sue statue ed i suoi templi dorati dal sole, le sue fontane, la pericolosa Suburra piena di schiamazzi e di vita, di coltelli, di carri, le strade piene dei profumi più diversi, i mercati ed i mercanti, i fumi che escono dalle insulae, il Tevere che scorre lento su quelle rive dove tutto è nato, con piante, e bambini che si immergono giocando, le lunghe mura cittadine presidiate dai soldati e fuori di qui, e poi oltre le Alpi, solo selve fitte e selvatiche, popoli barbari.
Se un fiume è sempre il medesimo, dalla foce fino al mare, allora anche Roma è la stessa, scorrendo nel tempo. Quella dei pastori, quella dei dominatori del mondo, quella del rinascimento, quella dei Papi delle hosterie e dei duelli, quella bombardata dagli americani, ed oggi quando la guardi al tramonto è sempre bellissima, come quella che ammirò Cleopatra. Ma non è più la nostra, perchè anche se la chiamano eterna cosi non lo sono la sua cultura, le sue genti, il suo orgoglio; vi sono cose che non sanno difendersi da sole, e muoiono per sempre se abbandonate a se stesse. Marco Aurelio, Seneca, Musonio Rufo, Epitteto, sono i nostri genitori. E' conversando con Cicerone, Virgilio, Orazio, Lucrezio, Catullo, che abbiamo formato i nostri animi. Questi sono i nostri avi e non vanno disconosciuti affermando che lo sono anche dei nuovi italiani, che lo sono del mondo intero; i nostri avi vogliono essere ricordati da noi, come loro veneravano i loro. Se ami Roma sii un suo servo.
" Tu ricorda, o Romano, di governare le genti: questa sarà l' arte tua, e dar costumanze di pace, usar clemenza a chi cede, ma sgominare i superbi. "
(VIRGILIO)
IL RUOLO PERDUTO DELLE CASTE NELLE ANTICHE CIVILTA'.
" UN POPOLO SENZA RISPETTO E ONORE DIVENTA UN GIOCATTOLO NELLE SPIRE DEGLI INTERESSI POLITICI DEI VINCITORI....non sarà difficile all'ipocrisia del tradizionalismo britannico trovare dei pretesti con cui mascherare i suoi sentimenti di vendetta e tutto sarà fatto nel nome della democrazia, della giustizia e della libertà; un paravento dietro il quale si nascondono gli interessi del PIU' SUDICIO CAPITALISMO, venga questo da Londra da New York o da Mosca!" (B. MUSSOLINI)
Grandi e meravigliose, solari e lucenti culture furono quelle culture del passato indo-ariane: le fiorenti civiltà indiane, egiziane, greche, quella romana. Il progresso del tempo non equivale sempre ad un evoluzione dall' animo delle società umane, esso può coincidere con una sua involuzione. Infatti, esso non "progredisce", non avanza su una linea diretta verso l' alto e verso il meglio, o potremmo sperare di raggiungere gli Dèi, ma si sposta in differenti direzioni, torna spesso sui suoi stessi passi.
Le società antiche di cui sopra erano saldamente fondate sulle quattro caste: 1) in primis quella dei SACERDOTI, delle guide spirituali che spesso coincidevano con le massime autorità; essi incarnavano il valore della spiritualità oggi perduto. 2) Seguita dalla casta della NOBILTA’ GUERRIERA, con i valori tipici di tale casta: fedeltà al sovrano e al proprio gruppo di appartenenza, devozione, valore militare. I nobili inoltre praticavano la conoscenza, l' amore per le arti, per la filosofia. Tutti i più bei palazzi, dipinti ed opere d' arte del nostro "bel paese" furono commissionati dai nobili. Nobile fu Giulio Cesare, personaggio coltissimo e raffinatissimo, intellettuale, che però con il gladio in pugno ed un mantello rosso si recava anche in battaglia alla guida dell’esercito! E molti altri grandi uomini del passato appartennero alla nobiltà. Naturalmente vi erano anche individui meschini tra loro, il sangue non può tutto, cosi è vero che un Lorenzo De Medici non era nobile e fu personaggio illuminatissimo, ma è un fatto che tale casta portasse in se quei valori ed incarnasse gli esser umani più sottili e raffinati,al contempo guerrieri. 3) Sotto quella veniva la casta dei COMMERCIANTI (i borghesi). 4) Ed infine veniva quella dei SERVI (plebe, proletariato), costituenti la "forza lavoro" di cui ogni società umana necessita. In ultimo erano i SENZA CASTA. Cosi almeno, nelle antiche società ariane.
La casta che dominava e governava una società la impregnava con i propri valori facendoli ricadere a pioggia su tutto il popolo. Julius Evola ci fa notare come il potere di queste caste sia andato mano a mano nei secoli scalando di grado scivolando verso il basso: in Occidente il "Sacro Romano Impero" possiamo considerarlo l' ultima società comprendente tutti gli ordini tradizionali cosi come lo furono nelle antiche civiltà, con una casta di sacerdoti in cima alla piramide del potere e quindi dei valori dominanti. In seguito, nel medioevo più recente, l’Europa era divisa in regni ed aveva già in parte perso il senso del sacro; persistevano ancora tuttavia i valori di quei valorosi cavalieri appartenenti alla casta dei nobili-guerrieri. Infine, a seguito delle rivoluzioni del XVIII sec. e la cacciata del sistema aristocratico, ogni potere politico ricadde sulla casta sottostante della borghesia, la quale lo detiene ancora saldamente, rendendo i suoi sub valori dominanti sull' intera società: IL PROFITTO, IL DENARO, e non più dunque nè spiritualità, nè onore e fedeltà.
Terminando con un ipotesi ancora più suggestiva, Evola arriva a considerare quei trionfi del comunismo contro il capitalismo dei borghesi, in alcuni paesi, come la vittoria dell' ultima casta, quella della forza lavoro, rappresentando cosi lo scivolamento dello scettro sociale nelle sue mani, in quelle cioè di una casta all' interno della quale i valori delle prime due caste sono addirittura combattuti. Il concetto secondo il quale “il lavoro nobilita l’uomo” ha cominciato a circolare, come se l’uomo non fosse invece nobilitato dalla sua spiritualità, dalla forza dell' animo, dall' avere in se profondi il senso di fedeltà e onore, dall' amore per la conoscenza, ma fosse solo una vuota macchina da produzione! Persi quegli antichi valori, oggi siamo guidati da nessuno, siamo in mano ai banchieri, ed al “Signore“ del passato si è sostituito il Paperon De Paperoni vuoto e superficiale. Viste cosi le cose, questa apparirebbe come l’epoca più oscura mai vista. Certo è che se non ci fosse come valore dominante il denaro, difficilmente avremmo avuto cosi tanta "manovalanza a basso costo" per le strade, tale da snaturare il paese. Il “Signore” aveva più denaro di tutti, e molti altri vivevano di niente. Tuttavia anche oggi c'è chi ha molto più denaro di altri (calciatori, politici). La differenza è che se prima il "Signore” aveva più denaro, oggi chi ha più denaro è il “Signore”, ma le differenze economiche persistono, come del resto è normale. Importante sarebbe che venissero garantiti i diritti fondamentali e le primarie necessità di ciascuno; Il superfluo è nocivo, e le condizioni materiali della vita sono comunque secondarie; vanno invece stimolate nel popolo, secondo noi, le virtù. Di fatto, è esattamente il contrario ciò che avviene oggi. Solo il fascismo, nei tempi più recenti, pur con i suoi errori storici, tentò di ripristinare un popolo all' interno del quale le virtù umane vengano esaltate a scapito dei valori materiali. E si capisce, triste dirlo, quanto ancora lontano fosse dall’ obbiettivo, visti i fatti avvenuti subito dopo l’ 8 settembre, vista l' Italia di oggi! Una cultura fiera e valorosa non si costruisce in pochi anni. In via di porta portese di fronte al cinema, si può leggere scolpito lettere cubitali su di un muro candido: NECESSARIO VINCERE. PIU NECESSARIO COMBATTERE! Cosi si credeva dovesse essere formata la gioventù. All' interno delle officine si poteva trovare scritto: DUCE, TUTTO SI FA CON LA TUA PASSIONE! Simili incentivi del popolo possono sembrare oggi obsoleti e troppo invasivi, del resto va registrato che la produzione italiana non raggiunse mai simili livelli e fu, all' epoca, apprezzata dal mondo intero. Del resto la fierezza di un popolo, laddove la si voglia coltivare, mal si concilia con una sua totale disorganizzazione, con un suo vuoto di valori, con una sua assenza di qualsivoglia virtù apparente. Un popolo simile non lascia trasparire alcuna virtù. Se l' ego di un uomo è soggetto a stimolazioni, lo stesso deve dirsi di quello di un popolo. Simili frasi che si prefiggevano di stimolare la nazione si trovavano anche nelle officine e nelle strade del Giappone. Il popolo giapponese era rimasto immune al materialismo fino a non molto tempo fa; se i kamikaze si immolavano contro le navi nemiche non era dovuto a droghe (come avviene tra i terroristi oggi, che peraltro li mandano tra le persone civili) ma al loro senso dell' onore e della fedeltà all 'imperatore. A tutt' oggi, benchè ormai molto occidentalizzato e forse più dell' occidente stesso, è uno dei paesi con il più alto tasso di suicidi, questo perchè i giapponesi vivono con estremo disonore moltissime cose. Essi hanno un fortissimo senso del clan e della responsabilità verso il loro paese. Una simile forma mentis, difficile da comprendere per noi occidentali moderni, gli deriva direttamente dalla cultura samurai, la casta di nobili guerrieri i cui valori continuano a pregnare l' intera società giapponese. E' il risultato di duemila anni di shintoismo. Simili esaltazioni erano comunque presenti, come detto, anche presso le nostre civiltà antiche; si veda la "devotio" presso i romani. http://it.wikipedia.org/wiki/Devotio
“Le forme più esterne del male da combattere si possono curare con la “giustizia sociale”, nel senso di una certa più equa distribuzione dei beni materiali; ma della radice interna di esso non si verrà mai a capo se non si agisce energicamente in sede di visione generale della vita; se non si ridesta l’amore per la qualità, la personalità, la natura propria.” (JULIUS EVOLA)
Scrisse ancora Seneca: "Non sopporterò più me stesso il giorno in cui m'accorgerò di non sopportare più qualcosa". La forza dell' animo è una nostra necessità imprescindibile. Senza, esso si ammalerebbe. Abbiamo due lupi che combattono dentro di noi: quello della tristezza, dell' insicurezza, della rabbia, e quello della serenità, della fermezza e della sopportazione. Vincerà quello a cui daremo più da mangiare. Ogni cosa che non è come l'avremmo voluta, si deve fortemente sopportarla; questa è la vita nella quale siamo venuti, ed è la vita reale che desideriamo vivere, in tutti i suoi aspetti. Va dunque sopportato tutto, anche la perdita della propria cultura e dei propri valori, anche la vittoria del nemico. Questo almeno, finchè non si riterrà il contrario, non si riterrà di combattere e di giocare l’ asso di spade per difendere ciò che consideriamo sotto la nostra tutela, e non si riterrà di ardere come uno spendido fuoco che trasforma in fiamme e luce tutto quello che vi si getta dentro, perchè tuttavia anche quello farebbe parte della vita. E forse la renderebbe più vissuta. Del resto, di fronte a spacciatori, mendicanti, abusivi, molestatori, ubriachi, rapinatori, si ricordi che secondo l' articolo 383 il cittadino può giuridicamente "arrestare", possiamo quindi anche noi intervenire laddove le forze dell' ordine e lo stato si dileguano. Si scelga dunque tra passione ardente o ferma sopportazione, tra fuoco o ghiaccio, qualsiasi scelta potrà essere nobile. Purchè non si soccomba sotto lenzuoli di falsi concetti e di ipocrisie con cui vorrebbero coprirci i sacerdoti del dio denaro, affinché si sappia che i nostri animi intendiamo scolpirli nel marmo, e non in molli ipocrite ideologie, o mollissime dipendenze dal benessere; allora si, abboccando a quegli ami, sarebbe ignominioso aver lasciato morire la propria cultura, i propri valori, il proprio livello di civiltà.
La LOTTA DI POPOLO resta il motore della storia; ovunque un popolo prende coscienza che la sua patria è calpestata, e che i suoi interessi fondamentali vengono traditi da una minoranza oppressiva e sfruttatrice, suddita di una potenza imperialista, questo popolo insorge e lotta! Quando questo non avviene, quel popolo sarà stato raggirato. Vale.
Ubi ordo, ibi pax et decor. Ubi pax et decor, ibi laetitia.
Andres Marzio M o l i s e
ROMA AUTUNNO MMXII
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VIDEO YT SULL'IMMIGRAZIONE:
http://www.youtube.com/watch?v=mPBXwUX0WoU&feature=plcp
" Si vuole che Catone dimostrasse fin da piccolo, nell'intonazione della voce, nell'espressione del viso, nei giochi infantili, un carattere rigido, poco emotivo e fermo in qualsiasi circostanza. Aspro e sottile verso gli adulatori, si scagliava ancora più veementemente contro chi cercava di intimorirlo. Era anche difficilissimo farlo ridere, di rado apriva il volto a un aperto sorriso. Quando Catone era ancora un ragazzo, i popoli confederati d'Italia cercavano di ottenere anch'essi la cittadinanza romana (la lotta dei popoli italici per ottenere i diritti politici fu lunga ed aspra, culminò nella cosiddetta guerra sociale, anni 90-88 a.C.). A tale scopo un certo Pompedio Sillone, uomo di guerra che godeva della più alta considerazione, essendo amico di Druso fu alloggiato in casa sua per molti giorni durante i quali entrò in confidenza con i ragazzi e disse loro: - Coraggio, chiedete a vostro zio che ci aiuti nella nostra lotta per ottenere i diritti di cittadinanza! - Cepione assentì un sorriso, Catone non rispose e fissò in volto i forestieri con uno sguardo fiero. - E tu, o giovanotto? - gli chiese Pompedio - non dici nulla? non vuoi intercedere per noi stranieri, tuoi ospiti, presso tuo zio come fa tuo fratello? - Catone non aprì bocca, ma col suo silenzio e l'espressione del volto fece capire che respingeva la domanda. Pompedio lo sollevò allora al di sopra del davanzale e finse di lasciarlo cadere; o prometteva di aiutarli, disse, oppure lo avrebbe gettato giù dalla finestra, e intanto faceva la voce grossa e scuoteva più volte nel vuoto il ragazzino. Ma Catone resistette per molto tempo senza dar segni di spavento e di paura. Alla fine Pompedio lo rimise in terra e disse a bassa voce agli amici: - che fortuna per l'Italia che questo ragazzo sia ancora piccolo. Se fosse un uomo temo che non raccoglieremmo un solo voto tra il popolo -” (Vita di Catone l' uticense, PLUTARCO.) http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Porcio_Catone_Uticense
VIA PADOVA,MILANOhttp://www.youtube.com/watch?v=Wv1p3_wfNEk

adlocutio romana arco di costantino