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giovedì 18 dicembre 2014

(dal blog di Svart Jugend) ROBERTO BENIGNI E' UN VERME.

Voglio riproporre qui, in occasione dei dieci comandamenti del compagno Benigni, questo scritto di Svart Jugend che risale al 2011 ma resta comunque attualissimo. Buona lettura davvero.
Siamo io, Pazuzu e gli Khmer.
Negri nella nebbia alle 5 del mattino e alla fine ti ritrovi sempre col culo su un intercity a bere Peroni calde e guardare fuori dal finestrino, ed è buio e vedi solo il tuo riflesso, le occhiaie di chi non dorme nemmeno se prende una doppia a Minias® Tirith che si perdono nelle coltri di nebbia, mentre fai su e giù dal cesso pregando di non beccarti la dissenteria soltanto respirandone l’aria malsana di vagone di seconda classe sparato nelle tenebre su rotaie fantasma, e quando respiri aria fresca pensi a chi gliel’hanno tolta.
Roberto Benigni è un verme.
Certo che 60 milioni di persone non fanno un popolo, così come cinque universitari in un appartamento non fanno una famiglia, ma pare ci sia un’intera fottuta nazione sparata nelle tenebre su rotaie fantasma che osanna Benigni. E grazie al cazzo che ti fai luce con i fuochi fatui.
Prima di salire su questo carro bestiame con il condizionatore rotto, con due buste di Peroni come compagne di viaggio, ho trascorso una serata orribile a bere e vedere volti dei morti ovunque – nello specchio, nei quadri, nella brughiera, nel monitor del pc. Pensa che palle farmi il test di Rorschach. Accendo la tv e niente, nessuna faccia di cadaveri, allora cerco qualcosa con Rocco Papaleo per sfasciare tutto, perché quel tizio rivaleggia in abiezione con Idris e mi fa vomitare. Trovo soltanto Ciccioni che Muoiono su Real Time, Teen Mom che ci casco sempre che è un porno, e la fiction sul delitto di Via Poma, I Cesaroni. E Fiorello.
Certo che 60 milioni di persone non fanno un popolo, così tecnicamente Goldman Sachs e compagnia non potranno essere formalmente accusati di genocidio, ma pare che ci sia un’intera fottuta nazione che si fa luce con i fuochi fatui che osanna Fiorello. A me non fa ridere. A me fa ridere soltanto Anna Frank entra in un caffè: Shoah. Ma è bravissimo Fiorello, dicono, e non è mai volgare. Questa del mai volgare è un tormentone, lo dicono tutti, pure Valeria Marini, arbiter elegantiarum, che si infilava le anguille nel culo con Bigas Luna. E sono d’accordo anch’io, eh, soltanto che lo dite come se fosse un pregio. Se Fiorello si tirasse fuori il cazzo e pisciasse in testa ad un nano vestito da donna che recita passi dell’Apocalisse di Giovanni sarebbe di certo bollato come volgare, ma vieni a dirmi che non lo guarderesti.
Ma Fiorello non è mai volgare, quindi anziché raccontare questa barzelletta che ho appena inventato:
Pierino va in campagna dai nonni.
Nonna, nonna!, dice, perché nonno fa così alla mucca?
Perché, risponde la nonna, così possiamo avere il latte.
Nonna, nonna!, dice di nuovo Pierino, perché nonno taglia quelle foglie?
Perché, risponde la nonna, così possiamo avere l’insalata.
E nonna, nonna!, continua Pierino, perché nonno spruzza il verderame su quel pesco?
Perché, risponde la nonna, se non conosci la funzione del verderame dubito tu ne conosca il nome, e dubito tu sappia distinguere un pesco quando non sai riconoscere delle foglie di lattuga, quindi la tua battuta è sostanzialmente un buco di sceneggiatura, magari chi l’ha scritta è ubriaco.
E nonna, nonna!, riprende Pierino, perché adesso nonno sta scopando una scimmia morta?
Perché, risponde la nonna, lo sceneggiatore oltre che sbronzo è anche volgare, e l’ultima volta ha votato Frank Zito. E poi quella scimmia è soltanto svenuta.
invita Benigni. E si guarda bene dal pisciargli addosso facendogli declamare l’Apocalisse vestito da donna. Io a Benigni gli verrei in faccia per ogni panda in pericolo che si rifiuta di fottere per salvare la sua specie, così magari fa una faccia da cumshot a tradimento come Elsa Fornero e fa ridere. Ammetto che ai tempi mi conquistò con quel suo film bellissimo dove un gruppo di nazisti organizza un gioco a premi per far vincere un carro armato ad un bambino, ma poi è scaduto decisamente in quella paccottiglia antiberlusconiana che andava tanto di moda nei salotti bene. Anzi, che va tanto di moda nei salotti bene, visto che ad un mese dalle dimissioni il rachitico continua a farci battute. Ma perché? Ma chi ci ride? Non è come Pierino entra in un caffè: Anna Frank, che diverte grandi e piccini. Allora lo ascolto, per carpirne i segreti, così magari un giorno faccio un sacco di soldi anch’io, e avrò una fila di mignotte che si fanno autografare le tette anziché i debosciati della Curva del Male che si fanno autografare il cazzo, facendoselo venire duro per farci entrare la dedica, per poi gridare soddisfatti grazie mille! Adesso non me lo laverò mai più!
Mentre ascolto Benigni, mi rendo conto che non sto capendo che cazzo dice. Nessuno lo capisce. Come quando parlava Giovanni Paolo II, erano solo rantoli e tremori, nessun cazzo di discorso in quattro lingue, e tutti applaudivano, tutti erano felici. Qui è lo stesso, h aspirate a caso e stop. La gente ride perché lui è brutto e salta. Allora rido anch’io, però poi rosico perché se voglio vedere uno brutto che salta vado al freak show e gli lancio un nichelino, non 400.000 € mortaccivostra che infatti avete bandito apposta i freak show, e ci avete messo i circhi, che andrebbero aboliti, specie quelli con gli animali, e non perché gli animali mi fanno pena ma perché mi fanno schifo e non voglio leoni e oranghi che cagano stronzi pantagruelici sul suolo della mia nazione.
E invece no, niente nani (vero Fiorello?), niente donna baffuta, niente licantropi, perché Benigni è uno colto: pensa te, recita Dante. La Divina Commedia, mica cazzi. E io che credevo te la propinassero dalla scuola media e la mettessero in omaggio con Oggi. Io che per fare citazioni cinematografiche urlo dalla finestra ah mora, stuccame er cornicione der cazzo! e mi dicono che sono volgare.
E intanto Benigni suda. Non rido più, e lentamente le parole tornano comprensibili. Mi sta per salire la pietà, quella autentica, alla Angelo Stazzi, quando il nostro inizia a sbrodolarsi la fica sul governo Monti, quello degli sbirri, dei preti e dei banchieri che avete trovato sotto l’albero di Natale, che Natale quest’anno non è triste, Natale quest’anno cià i cazzi suoi. Cioè, anziché ridarci i soldi per quella merda di Pinocchio. Certo 60 milioni di persone non fanno un popolo, come 60 milioni di € non fanno un bel film, e 60 kg di carne non fanno un uomo, ma pare ci sia un’intera fottuta nazione in corsa su un binario morto che osanna Mario Monti.
Fiorello, Benigni, Monti, cambia un cazzo. I buoni, i bravi, gli intoccabili, i paladini del popolo bue e sì Pierino, tuo nonno se lo sta scopando, e no Pierino, lui non è svenuto.
Come si sbriga, Benigni, a mettersi dalla parte giusta, mentre la Curva del Male sta ancora lì con le Peroni calde a dire Franca Rame entra in un caffè: discografia dei Whitehouse. E Benigni si mette in salvo, a 400.000 a botta, molto più della mejo puttana con la fica di caviale che fa pissing di Dom Perignon. Sempre dalla parte giusta, così continuerà a saltare fuori, un po’ come il negro guastafeste dei film porno, quando stai guardando due scolarette che leggono Saffo e sbuca un negro dal nulla e ti ritrovi incredulo con una lumaca in mano.
La Curva del Male corre a sedersi pleonasticamente dalla parte del torto, perché tutti gli altri posti sono cessi dell’intercity in seconda classe, con un’aria malsana di candida e diarrea che vuole levarti l’aria fresca, e le rotaie fantasma svaniscono nella nebbia, nel buio, il treno deraglia e stasera andiamo tutti all’Inferno, questa è la consegna.
Seguite me, Pazuzu mi fa strada
(Puoi leggere anche):I "COMPAGNI" DI MERENDE. I dispensatori di civilta' capital-catto-comunisti sono scomparsi: http://ablocutio.blogspot.com/2014/11/i-compagni-di-merende.html

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