QUESTO BLOG E' STATO PENALIZATO DA FACEBOOK E DEFINITO SITO MALIGNO
ABLOCUTIO 2 E' A QUESTO LINK: >>>>>>>>
http://ablocutioii.blogspot.com/

mercoledì 24 dicembre 2014

✒ GALLINE NERE.
Tutto fa brodo per dimenticare le magagne rosse .
Le voci di Freda, Adinolfi e Capitan Harlock

>>> TRATTO DA INTELLIGONEWS.IT:
L’operazione “Aquila Nera”? “Una pagliacciata, con provocazioni degne di Alan Ford”. Gabriele Adinolfi, ex fondatore di Terza Posizione negli anni ’70 e oggi scrittore impegnato a proporre un’altra verità sugli anni di piombo e la strategia della tensone, non crede neanche per un attimo alla pericolosità dei soggetti in questione: “Gente che non ha mai preso una multa in vita sua, hanno arrestato dei nickname. Piuttosto attenti a quanto sta accadendo in Francia”.
Adinolfi, come esce fuori questa inchiesta dal roboante nome di “Aquila Nera”?
«È ovvio: si scopre che le cooperative rosse prendono tangenti sugli zingari e si comincia a parlare di Nar. Poi si scopre che c’erano implicati anche ex brigatisti, e allora bisogna rilanciare con il pericolo fascista».
Insomma, l’operazione “Aquila Nera” è una bufala? Orchestrata da chi?
«Renzi sta ridimensionando i comunisti all’interno del Pd e i comunisti, per risposta, utilizzano i soliti apparati degli anni ’70 per aggiustare il tiro. È così che si arriva all’arresto di 15 sconosciuti – perché di questo si tratta – che avrebbero complottato per mettere in pericolo la democrazia in Italia. È una vicenda in cui ci sono almeno tre elementi da rilevare».
Quali?
«Uno: la procura antimafia ha tempo da perdere con queste pagliacciate. Due: il fatto che in una organizzazione del genere ci fossero ben due infiltrati dei Ros è davvero una provocazione degna di Alan Ford. Tre: nel delirio di democrazia sregolata da social network anche gente che non ha mai preso una multa in vita sua gioca alla rivoluzione, ma è una cosa che in un Paese normale genererebbe tutt’al più un’alzata di spalle».
Si tratterebbe di un’azione per distrarre l’opinione pubblica, quindi. Ma nell’era di internet e dell’informazione in tempo reale hanno ancora senso operazioni del genere? Già oggi nessuno parla più di “Aquila Nera”…
«Vero, ma tutti gli apparati si muovo con riflessi condizionati pavloviani. Scattano sempre gli stessi meccanismi senza che qualcuno ci si ponga reali problemi di efficacia. In ogni caso, che qualcuno che starebbe progettando azioni violente venga arrestato rientra nella norma, ma il fatto che la cosa venga presentata in questo modo dimostra quanto meno la malafede. Del resto se dovessero arrestare tutti quelli che al telefono dicono di voler uccidere qualcuno…».
E i No Tav? Anche lì l’accusa di terrorismo è campata in aria, come dicono i giudici? Eppure, dopo l’ennesimo sabotaggio, Lupi ha parlato proprio di terrorismo…
«Dipende da cosa intendiamo per terrorismo, che dovrebbe essere la possibilità di portare una minaccia reale alla pubblica incolumità. In questo senso, l’assalto al cantiere di Chiomonte non è terrorismo. E neanche i sabotaggi di oggi. È ovvio, tuttavia, che la vittoria di Renzi e dei democristiani comporti un ritorno della logica degli opposti estremismi sia, attivamente, dalla componente democristiana, sia, in difesa, dalla componente comunista. Anche se si tratta di opposti estremismi di questo livello qui. L’evento preoccupante di questi giorni è semmai un altro».
Quale?
«In Francia ci sono stati tre tentativi di attacco da parte di squilibrati in pochi giorni. È per caso arrivato un ordine? Non vorrei che si passasse alla strategia degli opposti estremismi etnici. I nostri apparati sono vecchi e mettono contro i reazionari No Tav contro i nickname di estrema destra. Quello che accade in Francia mi sembra di un altro livello…».
>>> TATTO DALLA PAGINA FACEBOOK DI GABRIELE ADINOLFI:
GABRIELE ADINOLFI: Morale della favola del "terrorismo fascista di fine anno" che contribuirà a non far parlare della vera natura della mafia capitale, natura che è il traffico degli immigrati. La morale è un monito - inutile perché non verrà recepito - ai fasciobook: non scrivete cazzate perché vengono volutamente interpretate come cose serie e anche se non avete mai preso una multa nella vostra vita e mai lo farete vi scoprite "terroristi" ammanettati. Fasciobook è un giocattolo insidioso perché lascia credere ai nessuno di essere qualcuno e vi spinge nelle atmosfere fiction. Lasciate stare...
DANIELE MARTIGNETTI:Concordo. Personalmebtr litigai con un demente che inneggiava ai genocidi in nome del fascismo. Sai bene Gabriele che ti seguo nel tuo operato, ma ti chiedo a nome di molti: quando l entrata in politica per creare finalmenre i riferimenti che non siano scemità quali cpi o fn? I tempi sono cambiati, parlare e agire con le armi è stupido, non fa ottenere effetti. Si cambia entrando in Parlamento, non rimanendone fuori.
GABRIELE ADINOLFI:In realtà entrando in parlamento finora si cambia soltanto se stessi. Per cambiare le cose serve creare potere autonomo (lobby, contropotere) ma questo è un altro dibattito. Qui si parla dello stupidario fasciobook che tra gli stilatori di liste di proscrizione in guerre cibernetiche e quelli che dietro la tastiera minacciano rivoluzioni cruente ed esecuzioni sommarie è un bel campionario di bamboccioni. Ah la democrazia!... Che danni fa la democrazia!
MAURO SCARPITTA:Considerazioni ineccepibili. Ahimè con i mentecatti feisbucchiani saranno parole al vento.
GABRIELE ADINOLFI:Sì sono parole al vento ma vanno comunque pronunciate
ANDRES MARZIO MOLISE:uno degli indagati Cristian Masullo haha (potreste averlo anche tra le amicizie)
GABRIELE ADINOLFI:e se lo abbiamo tra le amicizie che problema c'è? Leggo il suo fasciobook: ritorniamo al discorso iniziale. In un Paese serio, chessò una rpeubblica delle banane, si sarebbero messi a ridere e basta,
CRISTIAN MASULLO:Ebbene io ho il coraggio di scrivere ció che penso e per onestà inrellettuale non mi sono sottratto alle mie responsabilità, non ho negato il mio ideale, non per dire, sicuramente chiarirò la mia posizione nei luoghi di competenza, ma non pensiate che quella che vedete sopra sia la mia mise abitudinale, quella é una foto che feci nel carnevale del 2013, poi la carta,stampata attraverso le foto fb ha estrapolato questa e la ha data in pasto al popolino, infondo chi mi conosce non potrà mai attestare che,io sia ciò che il Sistema vuol farvi credere, io nonostante questo putiferio posso camminare a testa alta!!!!
ANDRES MARZIO MOLISE:Cristian Masullo quella foto e' sul tuo profilo, quindi nessuno la ha estrapolata o data in pasto ma e' pubblica. Gli ideali per i quali quegli uomini che si vestivano cosi davvero "combattevano" non sono degni d'essere messi in piazza con abiti di carnevale per non richischiare di far ridere solo le iene antifasciste, poi ognuno si veste come vuole a carnevale. Io per esempio, da niente. Solo da zorro, sempre da quel cazzo di zorro, da bambino..anche se avrei sempre voluto il costumino rosso dell'uomo ragno quello con il ragno sulla pancia. Comunque per onesta intellettuale a mia volta, ti allego qui una cazzata che ho fatto in un momento di noia, e che (spero lo si comprenda) vuole mettere in ridicolo non la tua mise (effettivamente carnevalesca come dici) bensi la solita comica patetica grottesca ed in questo caso subdola attenzione mediatica data dai media italioti ad una vicenda (la vostra) che e' oggettivamente un qualcosa di effimero...io non credo affatto che voi abbiate avuto intenzioni cosi criminose e che abbiate organizzato il tutto su facebook, non sono cosi idiota. E' un paese di pagliacci, e la foto mi ha ispirato una bella sdrammatizzazione della cosa. Auguri a voi camerata per la vostra vicenda che spero si risolva facilmente.
CRISTIAN MASULLO:Avrebbe potuto usare pure questa allora!!!
ANDRES MARZIO MOLISE:puoi darmi del tu ho 39 anni, forse come te. in quella come ti sentivi? berlusconiano? cristian da te sono le tre di notte passate (io sono nelle filippine qui davvero repubblica delle banane..infatti rido) ti auguro a parte le battute che la tua vicenda si risolva bene e spero tu non sia ancora sveglio a causa di questa storiaccia. auguri
CRISTIAN MASULLO:Grazie, so di avere la,coscienza pulita e sono"sereno"...
ANDRES MARZIO MOLISE: ecco..quella e' appunto la frase che ti volevo suggerire. oppure "ho fiducia nella giustizia cui dimostrerò la mia totale estraneità”
>>> INTERVISTA A FREDA SUL CORRIERE DEL VENETO DEL 24/12/2014 (a cura di Andrea Priante)
Come giudica questa Avanguardia Ordinovista?
«Mi pare che sia improprio parlare di “giudizio”: parlerei solo di igiene mentale. E proprio per questo mi stupisco che ci siano dei magistrati che emettono mandati di cattura. I dementi si curano, non si catturano»
E del leader, Stefano Manni, che idea s’è fatto?
«Le rispondo solo per cortesia: nessuna».
Tra gli indagati ci sono ex di Ordine Nuovo. Li ricorda?
«Gianni Nardi l’ho conosciuto a San Vittore e mantengo di lui un ricordo di persona cortese. Era un devoto della “volontà di potenza”. La sua lettura degli aforismi nietzschiani si esauriva, però, in questa parafrasi: “Non è la buona causa a giustificare una guerra ma è la buona guerra a giustificare una causa”. Rutilio Sermonti è un vecchio signore molto garbato che ebbi l’onore di conoscere nel suo gabinetto di paleontologo all’università di Roma. So che è stato un generoso miliziano nazifascista».
Qual era l’obiettivo di Ordine Nuovo?
«So che le semplificazioni della cronaca mi attribuiscono un’adesione a Ordine Nuovo. Non è così. Negli anni ‘60 avevo formato a Padova una sodalità, il Gruppo di Ar, e con gli ordinovisti abbiamo avuto solo contatti occasionali. Io intendevo coniugare il verbo "volere”, loro si contentavano di sparlarsi addosso. Invocavano la rivoluzione, d’altronde era di moda: c’era chi si costruiva ottime carriere posando da antiborghese. Ma al di là delle parole quanta vanità e vuotezza».
Parliamo di estrema destra, allora. Quale doveva essere l’obiettivo?
«Ho fondato le Edizioni di Ar nel ’63. Il mio proposito era e resta quello di disintossicare le anime, e quanto meno i cervelli, dai veleni della modernità».
Ha ancora senso, oggi, una destra di lotta?
«Oggi più di ieri occorrerebbe assumere dei riferimenti culturali e politici diversi rispetto a quelli che ci vengono ossessivamente proposti. Se ieri c’era soprattutto un impulso ideale-ideologico e anche storico-sentimentale, oggi ci sono la coazione e l’urgenza dei fatti, la pressione e l’oppressione dei fatti, che deturpano e snaturano tutto quanto. Se rischia il collasso per colpa della propria antimodernità una casa editrice come «Il Mulino», e nel contempo vediamo dei bipedi spintonarsi per aggiudicarsi il nuovo iPhone, la situazione è veramente di una gravità spaventosa. C’è stata la resa incondizionata alla mercatura, alla dittatura della fatuità, del soldo. E allora sa cosa le grido? Viva Togliatti, piuttosto che i commis della finanza internazionale»
Da questa nuova indagine emerge la perdita della centralità del Veneto negli equilibri dell’eversione di destra, a favore di altre zone d’Italia. Cos’è cambiato?
«Mi sembra una domanda non rispettosa della globalizzazione. Tutto è centro e niente è centro, oggi. I veneti non hanno forse impiantato le loro fabbriche in Cina?»
L’organizzazione stroncata ieri si richiamava a Ordine Nuovo. Paragone sostenibile?
«A me non è mai piaciuta la locuzione Ordine Nuovo, che è il calco-traduzione della Neue Ordnung della propaganda nazista, dimenticando Gramsci, che fu il primo a impiegarla. Io mi riconosco nell’Ordine, quello con la “O” maiuscola, che non è né di ieri né di oggi né di domani, né vecchio né nuovo. È l’Ordine tout-court».
Riproviamo: Avanguardia Ordinovista sta alla sua idea di estrema destra come…
«Come certi matti che si credono la Madonna rispetto alla Cappella Sistina. Entrambi, apparentemente, trovano riferimento nel Cristianesimo».
Eppure lei poneva le premesse della presa del potere sul disordine sociale. In fondo anche Avanguardia Ordinovista punta allo stesso obiettivo: destabilizzare attraverso azioni di forza.
«Ho l’impressione che lei voglia confondere la tattica con la strategia. Insisto: mi sembra gravissima questa confusione. Escludo che attualmente vi sia un disegno strategico in senso proprio da parte di gruppi o organizzazioni di estrema destra. Quanto alla tattica, che deve risultare in ogni caso subordinata alla strategia, non credo nemmeno che costoro siano all’altezza di pensarne e svilupparne una».
Negli anni ’60-’70 furono compiute azioni stragiste su treni, banche e piazze. Oggi nel mirino finiscono politici, magistrati ed Equitalia. Almeno in parte, sono cambiati i “nemici” per la destra eversiva?
«Se negli anni ‘60 si poteva pensare di distruggere quello che non andava per creare e dare ossigeno all’Italia migliore, oggi è solo creando che si può distruggere. Sono troppo radicate certe storture, troppo endemico il contagio della corruzione, troppo lontani i riferimenti ideali alti, puri, giusti. Occorre ritornare a guardarli da vicino, riscoprirli, prima di potersi dare a una politica “in ordine”, temperata o spregiudicata che sia. I libri sono una possibilità: per questo ho ritenuto di dedicare il mio tempo alle bozze dei testi di Ar ripetendomi “ogni riga è profitto”. Un’altra possibilità, è osare l’utopia di Tommaso Campanella: cercare di generare esseri migliori, che sappiano inventarsi un modo per restituire all’avventura umana la “maraviglia”».
La violenza è giustificabile, se l’obiettivo è l’istaurazione di un nuovo ordine sociale?
«Sono un monaco gentile, non brandisco la “spada di Satana”. Ma già prima le ho detto che, nel dominio ideale in cui mi riconosco, l’aggettivo “nuovo” non può attaccarsi al sostantivo “ordine”. Si immagini poi se ci vuole appiccicare anche il sociale…».
AGGIORNAMENTO AL 28 GENNAIO 2015
Terrorismo, Manni ai familiari
"Ho sbagliato, voglio ricominciare"
TUTTO L'ARTICOLO DEL CORRIERE ADRIATICO: http://www.corriereadriatico.it/%E2%80%A6/asc%E2%80%A6/notizie/1144423.shtml
Opera, 25 novembre 2008
II 6 giugno 1945, a Forte Bravetta, a Roma, il tenente Pietro Koch, comandante di un reparto speciale di polizia della Repubblica sociale italiana, si avvia alla fucilazione con una sigaretta in bocca e aggiustandosi la riga dei pantaloni. Pochi giorni prima, aveva dichiarato ad un giornalista: “lo ero e sono convinto, per quanto la considerassi già persa, che la mia causa fosse giusta; dovevo agire contro le organizzazioni clandestine, non mi pento di aver combattuto”. “lo e mia moglie”, tuona Valerio Fioravanti con accanto Francesca Mambro, dinanzi alle telecamere della televisione di Stato, “siamo due criminali recuperati alla società”. Definizione giusta, veritiera, quella che il Fioravanti e la mogliettina danno di sé stessi e che riesce a dare, fisicamente, l’immagine dell’abisso che separa il fascismo ed i fascisti dal “neo-fascismo” post-bellico e dai suoi militanti. (...)Non c’è – è inutile cercarlo – neo-fascista post-bellico di apparato (di Stato) e di servizio (segreto), che non sia uscito dal carcere in ginocchio e piangendo, in un’orgia di pentimenti, ravvedimenti, rimorsi, dolore per le vittime, volontà di fare del bene per rimediare al male compiuto ecc. ecc …
Vincenzo Vinciguerra
_____________________________________________________________________________
(Puoi leggere anche): CHI E' FASCISTA? Oltre gli stereotipi che ti hanno cucito addosso http://ablocutio.blogspot.com/2014/11/chi-e-fascista.html
SERMONTI! http://ablocutio.blogspot.com/2014/12/sermonti.html

Nessun commento:

Posta un commento

adlocutio romana arco di costantino